Giancarlo Giorgetti spegne le voci sui dissidi con Salvini: "Ecco l'unico caso in cui potrei lasciare la Lega"
Ci provano in tutti i modi ad incendiare la Lega. Non solo i magistrati, con le loro inchieste. Ma anche alimentando voci sul dissidio tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. Solo che ora parla lui, l'eminenza grigia. Il plenipotenziario. E mette tutti i veleni in disparte. Alla festa della Lega a Cervia, intervistato da Maria Latella, parla forte e chiaro: dicono che si sia defilato? Balle: "C'è chi è centravanti e chi gioca in porta, io fin da bambino mi sono messo in porta". Lascerebbe mai la Lega: "Solo se Salvini rinunciasse alla ragione per cui sono entrato, il principio di autodeterminazione dei popoli. Ma Salvini non rinuncia", taglia corto. Obiettivo, andare al governo con Giorgia Meloni "insieme, per dare all'Italia un governo forte e coeso".
Poi, le bordate contro questo di governo, quello di Giuseppe Conte: "Durerà fino a quando coloro che vogliono fare i presidenti della Repubblica non decideranno di liquidarlo", spiega tagliente. Le possibilità di un governissimo stanno a zero: "Io sono stato il propugnatore della possibilità che tutte le forze responsabili si mettessero al servizio del bene comune", sottolinea Giorgetti. Ma "questa responsabilità - riprende - è stata snobbata e il governo si sente forte anche dei poteri internazionali". Eppure "tra qualche mese gli italiani subiranno i danni di questo atteggiamento". E in quel momento, spiega, "diremo che qualcuno non ha saputo cogliere il momento storico". E ancora, una bordata al premier: "Questo Paese ha bisogno di qualcuno non dico con pieni poteri... anche se quando lo dice Salvini è un dramma e quando lo fa Conte tutto va bene", sottolinea sornione riferendosi agli ultimi colpi di mano del presunto avvocato del popolo. Le chiacchiere, insomma, stanno a zero.