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Open Arms, Gianluigi Paragone smaschera il M5s: "Era stata trovata una linea comune con Salvini"

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Gianluigi Paragone, nel giorno del voto per l'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Open Arms, dà la sua visione dei fatti. Non a caso il leader di Italexit (suo nuovo partito) l'estate scorsa, quando il numero uno della Lega è stato accusato di sequestro di persona, era tra le fila del Movimento 5 Stelle. Una posizione che gli permette ad oggi di svelare tutta la verità su quei concitatissimi giorni. "Salvini non era un re, ma svolgeva il ruolo di ministro degli Interni - esordisce in Senato -. Anche il M5S in campagna elettorale era duro. E nella maggioranza, la linea comune era stata trovata ma ora con il cambio di alleanze i decreti sicurezza imbarazzano. Con questo voto capiremo chi dice no a flussi migratori incontrollati, o chi dirà si strappando qualche consenso. Peccato che la gente fuori dice ’le cose non stanno così’".

 

Poi l'ex grillino fa appello all'Europa nonostante il suo obiettivo - e il nome della nuova forza politica lo dimostra - sia proprio quello di uscire dall'Ue. "Mi auguro - ha detto - che una volta per sempre si prenda una linea, l’Europa con i flussi migratori incontrollati vuole creare panico". E ancora: "I cittadini italiani sono stati costretti al lockdown poi dall’altra parte vedi ingressi e voli incontrollati che rischiano di portare un possibile contagio". Un modo come un altro per dire che Paragone è dalla parte del leader della Lega, un po' come lo erano Giuseppe Conte e M5s l'estate scorsa.

 

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