Coronavirus, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga: "Contagio nei Balcani, esercito ai confini"
L'allarme coronavirus, ora, arriva dai Balcani, dove l'epidemia sta dilagando. Un allarme che riguarda l'Italia. Non a caso, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, governatori leghisti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, chiedono di blindare i confini. Il Doge taglia corto: "Serve una Schengen sanitaria, con libero transito delle merci ma controlli rigorosi sulle persone". Ancor più duro Fedriga: "Bisogna schierare l'esercito lungo i nostri confini". Parole pronunciate nel corso di un incontro alle porte di Sacile, al confine tra Veneto e Friuli, per l'inaugurazione della Garbellotto, una storia azienda di botti d'artificio.
"È inaccettabile che un territorio che ha lavorato bene si debba portare in casa di nuovo il virus per l’incuria di Paesi che non hanno adottato un piano di sanità pubblica", aggiunge Zaia. E Fedriga: "Non dico di sospendere il trattato sulla circolazione europea, ma è necessaria una maggiore severità, altrimenti gli sforzi italiani risultano vani". Da qui la necessità di schierare lungo i 200 chilometri di confine i militari per controllare l'intenso traffico di immigrati che provengono da Pakistan, Afghanistan, Bangladesh e Sri Lanka. "Ne ho parlato con il ministero dell’Interno, ora parte un nuovo progetto per favorire le riammissioni in Slovenia. Ma al tempo stesso si deve essere severi con chi rientra e non rispetta la quarantena", conclude Fedriga. E Zaia è perfettamente d'accordo: "Vedo una certa insofferenza nel rispetto delle regole, a cominciare dall’isolamento fiduciario. Anche se la situazione è sotto controllo, dal punto di vista della gestione ospedaliera, non possiamo permetterci di ridare spazio al virus: chi arriva deve essere sottoposto subito alla misurazione della temperatura, al test rapido e, in caso di positività, alla quarantena", conclude il governatore del Veneto.