Silvio Berlusconi, sospetto sui giudici che lo condannarono: "Amedeo Franco beccato a registrarli, ma loro non fecero nulla"
Altro materiale sulla sentenza Mediaset che condannò Silvio Berlusconi per frode fiscale. Altri audio del giudice Amedeo Franco, lo stesso che confessò al leader di Forza Italia che quella particolare sentenza "era pilotata dall'alto". Repubblica riporta un avvenimento che risale a sette anni fa, quando si riunì la sezione feriale a causa dell'imminente scadenza del termine di prescrizione nei confronti del Cav. Qui c'erano cinque giudici al lavoro per sette ore di camera di consiglio che finiranno per confermare le condanne a carico dell'ex Cavaliere e dei dirigenti Mediaset per frode fiscale. Nel collegio guidato da Antonio Esposito siedono appunto, oltre a Franco giudice relatore, Claudio D'Isa, Ercole Aprile e Giuseppe De Marzo.
Ad un tratto - è quello riporta il quotidiano di Molinari - si sentono rumori di fondo. Una toga racconta: "Dopo qualche secondo, quel gracchiare assume un suono più nitido: sembrano proprio le loro voci, di poco prima, registrate. Il giudice Franco si alza di scatto, mette le mani in tasca come a chiudere qualcosa, a premere un tasto. Imbarazzato, così apparirebbe ai colleghi, esce, va in bagno. Torna dopo poco. Dice che è tutto a posto. I colleghi sono interdetti. Un altro di loro si stacca e va in bagno. E scopre, in un angolo, un dispositivo o un cellulare nascosto: lo prende, lo riporta in camera. E non so altro. Spiegazioni? Non mi risulta che Franco ne abbia date, di plausibili".
Ma non finisce qui, perché subentra un'altra testimonianza. Anche in questo caso si tratta di un magistrato: È lo stesso racconto, per sommi capi, che raccolsi anche io. Questa storia provocò molto turbamento e amarezza tra i quattro giudici. Un gesto equivoco. Ma senza certezze". E ancora: "Il fatto non fu denunciato perché si ritenne che si fosse sfiorato il rischio di una eventuale divulgazione, forse bloccata in tempo". Insomma, Esposito e gli altri rimasero zitti. Un dettaglio che solleva qualche sospetto su come andarono realmente le cose.