Giuseppe Conte, il retroscena su Mario Draghi: "Ci metteremmo un minuto", così vuole fare fuori il "banchiere"
L’incontro non più segreto tra Luigi Di Maio e Mario Draghi non ha lasciato indifferente Giuseppe Conte, che si sente sempre più in bilico nonostante i tentativi sempre più disperati di rimanere in poltrona, come quello di prolungare lo stato di emergenza per conservare i pieni poteri. Il Corriere della Sera svela un retroscena sul premier, descritto sempre più debole e nervoso: “È sempre così appena gli parlano del ‘banchiere’, come lo definiscono in modo sprezzante a Palazzo Chigi, dove dicono anche che ci metterebbero ‘un minuto’ a costruirgli contro una narrativa ‘aggressiva’”.
Che Conte sia insofferente verso Draghi non è una notizia, dato che lo si poteva evincere chiaramente dal mancato invito agli Stati generali e dalla volontà di ignorare l’intervento sul Financial Times in cui l’ex presidente della Bce chiedeva un “cambio di passo” dell’Europa. Ma a parlare con Draghi non è solo Di Maio, e questo infastidisce ancora di più il premier, che avverte la concreta possibilità di cadere in autunno, più precisamente a ottobre. Cioè dopo le regionali, che saranno uno snodo cruciale per testare la tenuta del governo: “Se a settembre perdiamo andiamo tutti a casa”, è la frase che il Corsera attribuisce a Dario Franceschini. E se lo dice uno dei principali esponenti del Pd, c’è da credergli.