Giuseppe Conte, le telefonate con Silvio Berlusconi: "Proprio non capisce", il retroscena sul panico nel Pd
Giuseppe Conte ha trovato un amico in Silvio Berlusconi. All’inizio tra i due c’era Gianni Letta a fare da intermediario, ma ormai il premier e il leader di Fi si chiamano a telefono direttamente e le loro conversazioni sono tutte un grazie e prego. Lo scrive Francesco Verderami, che sul Corriere della Sera svela un retroscena tutto da gustare: il Cav e l’avvocato sono impareggiabili in fatto di cerimonie, al punto che l’ex premier riconosce all’attuale inquilino di Palazzo Chigi di essere ben educato e di sapersi porre e vestirsi nella maniera giusta. Ma al di là dell’etichetta è chiaro cosa si celi dietro le telefonate tra i due: Conte cerca la disponibilità politica al dialogo nel nome degli “interessi nazionali”.
Berlusconi deve però fare i conti con la linea di chiusura netta di Salvini e Meloni nei confronti del premier, mentre quest’ultimo è a sua volta alle prese con l’irritazione di Nicola Zingaretti. “Non accetta il sistema di Conte, questa sua idea di ballare da solo”, è la convinzione di Verderami, che dà anche conto di alcuni sussurri dem su ‘Giuseppi’ giunti alle sue orecchie: “Si è messo a fare il furbo, ma a volte ha cadute di ingenuità. E poi non capisce le dinamiche parlamentari”. Secondo Verderami le telefonate con Berlusconi possono allungare la vita a Conte, ma il Cav all’occorrenza potrebbe far cadere la linea proprio in nome di quegli “interessi nazionali”. “E in caso di crisi - è la chiosa sul Corsera - c’è da scommettere, non sarebbe solo il Pd a chiedere di proseguire la legislatura per varare (intanto) la legge elettorale”.