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Mario Monti, lettera al Corriere: "Confermo la telefonata alla Meloni, fu il 15 gennaio". Cerca davvero il Quirinale?

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Alla vigilia, il retroscena sul Corriere della Sera a firma di Francesco Verderami: si parlava dei posizionamenti in vista dell'elezione del prossimo presidente della Repubblica e di una telefonata di Mario Monti a Giorgia Meloni. Telefonata vista con sospetto in Fratelli d'Italia: "Si vuole candidare al Quirinale", questo l'assunto. Insomma, il Loden avrebbe iniziato ad accreditarsi anche con gli avversari più ostili, ché con la Meloni per certo non ha grande feeling. Illazioni? Sospetti? Forse no. Già, perché il giorno successivo il senatore a vita e fu leader di Scelta Civica scrive al Corsera per confermare la telefonata e non smentire, affatto, le sua ambizioni quirinalizie.

 

Scrive Monti: "Confermo che il 15 gennaio la chiamai, per dirle che per la prima volta mi trovavo d'accordo su una delle posizioni da lei espresse sull'Europa. Nell'intervista di due sere prima a Non è l'arena, la presidente di Fratelli d'Italia aveva infatti sostenuto la necessità, anche nell'interesse dell'Italia, che in politica estera l'Unione europea sia messa in grado dagli Stati membri di esprimersi con una voce unica", premette l'ex premier. Dunque aggiunge di essersi d'accordo con lei sul punto, aggiungendo considerazioni su politca estera e sovranità. E infine conclude: "Al termine di quei cinque minuti al telefono, Giorgia Meloni e io osservammo che, quando si discute nel concreto, posizioni che sembrano lontane anni luce nei dibattiti di principio possono anche trovare spiragli di convergenza". Una sviolinata in pubblica alla leader di FdI: Monti spera davvero di avere possibilità nella corsa al Colle?

 

 

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