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Roberto Calderoli spiega il blitz sul Dl Elezioni: "Farò sempre di tutto per ostacolare la maggioranza"

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Roberto Calderoli lo aveva promesso e mantiene quanto detto: "Farò di tutto per ostacolare la maggioranza". E così è stato. Anche ieri, giovedì 18 giugno, il leghista non è stato da meno e nella giornata di votazione sul dl Elezioni ha realizzato non uno, ma ben due sgambetti al governo. Prima infatti ha costretto la presidenza del Senato prima a ripetere un voto (sul decreto che fissa le elezioni amministrative al 20-21 settembre) e poi ad annullare quello di fiducia successiva perché, come verificato dal senatore leghista, dato in assenza di numero legale. "Faccio il parlamentare di opposizione - ha spiegato in un'intervista al Corriere.it -. Seguo attentamente quel che succede in Aula e siccome conosco il regolamento a memoria quando è il caso lo utilizzo per mettere in difficoltà la maggioranza".

 

 

Una peculiarità che gli ha permesso di attuare quello che lui stesso definisce un "blitz": "Giovedì - spiega quanto accaduto in Aula prima della bagarre -. Si stava discutendo il decreto elezioni in vista della sua approvazione. Mi sono guardato attorno in Aula e ho notato larghe assenze nelle file della maggioranza. Li ho contati uno a uno: c’erano 27 senatori. Noi eravamo in una cinquantina". E ancora: "Visto che nessuno aveva chiesto, come possibile, il voto elettronico, io ho avanzato la richiesta di procedere per alzata di mano. Il risultato è stato a nostro favore. E lì è scoppiato il finimondo". Ma a nulla è servito l'intervento della presidente Elisabetta Casellati per verificare che tutto fosse stato regolare, Calderoli non ha perso le speranze: "Non mi tornavano i conti con quello che avevo visto in Aula. E allora ho chiesto la verifica del numero legale. Ed è emerso che il via libera è arrivato senza i numeri necessari. Ergo, si è dovuta annullare la votazione e riconvocare l’Aula".

"Io ci provo sempre - ha ammesso -, tutto quello che posso fare per mettere in difficoltà la maggioranza lo tento. Purtroppo, per un anno (tra il 2018 e il 2019) sono stato in maggioranza e ho dovuto rimanere tranquillo" conclude con un pizzico di ironia. Per inciso, il blitz ha funzionato. Almeno in parte: il voto sul dl Elezioni è stato annullato e ripetuto oggi, venerdì 19 maggio, con il governo costretto a richiamare in fretta e furia a richiamare i senatori che avevano già abbandonato Roma per il lungo weekend. Insomma, con la sua manovra Calderoli ha fatto perdere un pezzettino di faccia al governo.

 

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