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Dl Elezioni, ripetuto il voto di fiducia al Senato: "Correte a Roma", il governo si salva in corner

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L'ultima pagliacciata del governo è servita. Ripetuto il voto finale sul dl Elezioni al Senato, dopo che il voto della vigilia era stato annullato per mancanza del numero legale. Senatori richiamati a Roma in fretta e furia per votare la fiducia ed evitare una crisi di governo. Giovedì, a Palazzo Madama erano presenti 149 parlamentari, inizialmente ritenuti dagli uffici di palazzo Madama sufficienti a convalidare la seduta, convocata per approvare in via definitiva del decreto legge che accorpa le prossime elezioni di settembre (amministrative, regionali, referendum sul taglio del parlamentari). A tarda sera, però, ci si è resi conto dell'errore nel computo dei congedi, "errore tecnico" assicurano i funzionari del Senato. Morale della favola, fiducia annullata e da ripetere: l'ultimo caso risale addirittura al 1989.

Le opposizioni, dopo il primo voto, erano da subito sulle barricate, lamentando la mancanza del numero legale. Hanno insistito per una verifica, da cui è  risultato che i presenti erano "solo" 149, dei quali 147 a favore della fiducia e 2 contrari (Emma Bonino e Matteo Richetti), mentre la minoranza aveva disertato il voto. Maggioranza insufficiente, insomma. Così il Senato, oggi, ci ha riprovato dopo aver richiamato in aula i parlamentari. E la fiducia è stata approvata.

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