Giuseppe Conte, l'indiscrezione: "Crisi a primavera", l'unica finestra possibile per tornare al voto
C'è una consapevolezza nel governo: non può durare. Lo sa anche Giuseppe Conte, che secondo il retroscena di Francesco Verderami sul Corriere della Sera sarebbe tentato da un colpo di mano clamoroso, considerato lo scenario generale. Chiudere la legislatura in anticipo, "nell'unica finestra elettorale possibile: la primavera del prossimo anno, cioè prima dell'inizio del semestre bianco di Mattarella".
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Al Senato, sul Dl Elezioni, nota Verderami con spietata lucidità, "più che rischiare l'incidente il governo ha superato il ridicolo" non garantendo il numero legale sulla fiducia, "mentre al Viminale la trattativa per modificare il decreto sicurezza si è bloccata per le divergenze tra grillini e democratici". Piccoli e grandi segnali di rivolta interna, "la conferma di un problema di governance a Palazzo Chigi che nessuno prova più a smentire". Conte si sente assediato e non riesce più a mediare tra gli alleati. Senza contare che l'asso su cui contava, i soldi a pioggia europei da distribuire sugli elettori, non arriverà nelle sue mani se non tra molti mesi. "Questo stato di cose non potrà reggere a lungo - suggerisce Verderami -: nel 2021 in vista della successiva Finanziaria arriverà il momento delle scelte, a fronte di una situazione economica fortemente deteriorata. E prima di dover assumere misure impopolari, questa è la tesi, Conte potrebbe essere tentato dalla scorciatoia delle urne, magari dopo essersi intestato il primato nella coalizione e nel Movimento". Solo il Pd, per ora, sembra voler scongiurare questa ipotesi perché "una sconfitta alle elezioni consegnerebbe al centrodestra il Quirinale, oltre alla guida del governo". Per questo al Nazareno faranno di tutto, in caso di crisi irreversibile, di assicurare la presenza di un governo di unità nazionale e ritardare il più possibile il voto.