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Giuseppe Conte, al telefono i boiardi di Stato lo sfottono: "Ci sentiamo a settembre?", indiscrezioni sul Corsera

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I boiardi di Stato fanno filtrare una voce su Giuseppe Conte, non si sa quanto vera ma sicuramente verosimile e molto maliziosa. Francesco Verderami, nel suo retroscena sul Corriere della Sera, riferisce di una imitazione che gira tra i mandarini: "È quella di Conte che risponde al telefono e dice all'interlocutore: 'Capisco il problema, ci possiamo sentire a settembre?". Quasi peggio del "Signor Frattanto" con cui dentro al Movimento 5 Stelle avrebbero soprannominato da tempo il premier. In ogni caso, la spia di uno scollamento profondo, quasi sfiducia tra i vertici dell'amministrazione e quelli della politica.

 

 

La sensazione diffusa nei Palazzi romani, a ogni livello e ogni ufficio, è che a Palazzo Chigi abbiano perso il controllo della situazione, proprio nel momento in cui usciti dall'emergenza sanitaria del coronavirus servirebbero nervi saldi e visione a lunga distanza. I nervi saldi si traducono, per ora, nell'immobilismo e nella palude degli Stati generali, con rinvio di tutte le soluzioni, appunto, a settembre, quando la crisi economica sarà conclamata. Della visione a lunga distanza, ovviamente, meglio non parlare. 

 

 

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