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Sergio Mattarella, il "pressing istituzionale" del Quirinale su Conte: cosa c'è dietro il messaggio per gli Stati generali

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Era il timore generalizzato, già alla vigilia degli Stati Generali. Poi gli Stati Generali sono iniziati e il timore si è materializzato. L'appuntamento a villa Pamphilj voluto da Conte per definire un piano per il rilancio del Paese che decidesse da subito come spendere i soldi che un domani arriveranno dall'Europa è solo una passerella per politici e burocrati. Alla fine della fiera non se ne caverà un ragno dal buco. Tante belle parole e zero fatti.

 

 

 

Passi che lo dica l'opposizione (nel senso che sta facendo il suo mestiere), ma se poi, con toni molto più felpati, lo rimarca anche il capo dello Stato, allora vuol dire che il premier ha davvero stufato. Ben vengano tutte le proposte per sostenere la ripartenza del Paese, purchè poi portino a «risultati concreti», ha evidenziato Mattarella. Tutti sono chiamati a fare la loro parte, in un «impegno corale» attraverso il confronto e il dialogo, abbandonando la ricerca di «effimeri interessi di parte». Il Capo dello Stato non si limita a lanciare un allarme, ma vuole indicare la strada da seguire e si tratta di una strada che tra le altre cose deve mettere i giovani al centro del progetto: «A una società provata, e disorientata, per scrivere una nuova pagina, serve l'animo della sensibilità giovanile sgombro da pregiudizi. Serve la loro curiosità, il loro entusiasmo. La condizione giovanile è sinonimo di futuro ma questa espressione non basta a individuare i fenomeni complessi che la caratterizzano».

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