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Stati generali, Pier Ferdinando Casini su Giuseppe Conte: "Tranquillo fino alle regionali, poi dipende dai risultati economici"

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“Francamente ho qualche dubbio, ma mi auguro di essere smentito dai fatti e che servano a qualcosa”. Quella vecchia volpe di Pier Ferdinando Casini non lo dice ma sa bene che gli Stati generali voluti da Giuseppe Conte rischiano di fare tanto fumo e niente arrosto. In dieci lunghi giorni a Villa Pamphilj si ricercheranno le risposte alla crisi economica e social dell’Italia, tra l’altro alla presenza di ospiti di primo grido. “Spero che non esca il solito decalogo delle buone intenzioni - ha dichiarato il senatore in un’intervista ad affaritaliani.it - ma che escano le proposte sconvolgenti che tutti noi ci aspettiamo. Non vorrei che vada a finire come è stato con il documento messo a punto da Colao…”.

 

 

Secondo Casini gli Stati generali rientrano nello “spazio temporale” che il premier Conte ha a disposizione fino alle elezioni regionali per poter dare risposte al paese e governare con “relativa tranquillità”. “In questo momento nessuno ha voglia di crisi di governo”, ha assicurato il senatore, che però è perfettamente consapevole del fatto che a settembre lo scenario potrebbe rapidamente mutare: “Questa tranquillità è limitata ed è soprattutto direttamente proporzionale ai risultati in termini economici”. 

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