Giuseppe Conte alla Consulta al posto di Giuliano Amato? L'exit-strategy per il premier
Ormai sono in molti a immaginare la fine di Giuseppe Conte, che rischia di essere il capro espiatorio di un governo allo sbando dinanzi all'urgenza di un piano per la ricostruzione post-coronavirus. Secondo Augusto Minzolini, i segnali tra i partiti si sprecano, in particolare all’interno del Pd, dove non passa giorno senza che emergano delle voci su manovre per fare fuori il premier. “Conte è un commediografo - scrive l’editorialista de Il Giornale - uno scrittore che ogni settimana sforna una commedia leggera con una vena tragica, ispirato dalla musa Rocco Casalino. Tanti i titoli: il piano Colao, gli Stati generali dell’economia, la denuncia che ‘pezzi di Stato’ lavorano contro di lui”.
In particolare quest’ultima potrebbe essere la conferma del fatto che Conte è allo stremo e potrebbe presto mollare: il Pd sta già sfogliando la rosa dei sostituti, i nomi non mancano. Resta però il problema di individuare un’uscita di scena onorevole per il premier: secondo Minzolini, importante in questo senso potrebbe essere la data del 13 settembre, quando scadrà il mandato alla Consulta della presidente Marta Cartabia. “Magari il successore sarà Giuliano Amato - è la tesi dell’editorialista de Il Giornale - intanto però Mattarella dovrà nominare un nuovo giudice e Conte avrebbe tutti i requisiti per quella carica: è avvocato e professore universitario. Avrebbe un ruolo ‘super partes’ e una sinecura di 9 anni. Insomma, potrebbe aprire un’altra fase della sua carriera con il sorriso”.