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Alfonso Bonafede, terremoto al ministero della Giustizia: 306 detenuti ancora a casa, fioccano i pesanti sospetti

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Alfonso Bonafede, ministro delle Giustizia

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Le polemiche sulla scarcerazione dei boss mafiosi non accennano a finire. La misura voluta da Alfonso Bonafede per far fronte all'emergenza coronavirus ha fatto più danni che altro. La notizia di 306 detenuti ancora a casa sta infatti sollevando il polverone in via Arenula, al ministero della Giustizia. A darne la notizia il Giornale che non può fare a meno di non notare che il caos all'interno del Dicastero sembra non tangere il Guardasigilli grillino. Inutili però le sue difese. Poco fa lo stesso Matteo Renzi, ospite di Massimo Giletti a Non è l'Arena, ha ipotizzato che il merito di Basentini per guadagnarsi la promozione a capo del Dap sia stata "l'inchiesta fuffa, assurda, sulla vicenda Tempa rossa".

 

 

Ma non finisce qui, perché lo stesso sindaco di Napoli ed ex pm in Calabria Luigi de Magistris dice di sentire "puzza di ndrangheta". A interrogardi su quanto accaduto anche la firma del Fatto Quotidianom, Sandra Amurri, che è tornata sul "no" di Bonafede a Nino Di Matteo come capo del Dap: "Ciò che non sappiamo è perché ha cambiato idea, se ha cambiato idea lui, o chi gli ha fatto cambiare idea, perché dentro questa risposta c'è la verità di questa storia molto torbida, che il Paese deve sapere. Il ministro deve dare una spiegazione". Più chiaro di così.

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