Giuseppe Conte, il retroscena alla vigilia degli Stati Generali: "Pezzi di Stato contro le riforme e il mio governo"
Asserragliato a Palazzo Chigi, per Giuseppe Conte siamo alla Fase C: quella dei complotti. "C’è un pezzo di Stato che rema contro le riforme e contro il governo". Lo sfogo del premier, riportato da un retroscena del Corriere della Sera, non aggiunge molto sulla situazione italiana (da sempre, o almeno negli ultimi 30 anni, chi governa accusa la macchina burocratica di impedire ogni tipo di riforma) ma spiega bene la situazione di sbando politico e forse anche personale in cui versa il premier.
L'avvocato si sente sempre più solo, non aiutato nemmeno dal Pd che pure lo avrebbe "blindato" ("Non ha saputo indicare un suggerimento concreto per risolvere la crisi che sta attraversando il Paese - rivelano al Corsera fonti di governo -. Troppo poco per un alleato che si ritiene centrale"), deluso da Vittorio Colao, il super-commissario scelto personalmente per guidare la ripartenza (il suo dossier sarebbe stato giudicato, appunto, "deludente" sia pur "pieno di buone intenzioni". In altre parole: fuffa). E fregato forse pure dalla propria eccessiva autostima. Conte, scrive il Corriere, "si lamenta dei ritardi dei ministeri, degli ostacoli frapposti ai pareri che ha chiesto, delle resistenze molteplici che sta incontrando il suo decreto legge su semplificazioni, appalti e infrastrutture". Poi si sfiora il sublime: a pochi giorni dal via degli strombazzati Stati generali, non si sa ancora nulla (nemmeno quando partiranno e quanto dureranno, se 3 o 5 giorni). "Il premier avrebbe invitato in videoconferenza anche il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Parlamento Ue David Sassoli, oltre ad alcuni premi Nobel e ad alcuni economisti di fama internazionale. Ma non tutto è in discesa come dovrebbe essere. Chiedi ufficialmente degli inviti? Non li hanno ancora mandati. Se li aspettano i sindacati, Confindustria, l'opposizione, persino le menti 'brillanti' italiane, come le ha definite Conte, che dovrebbero dare un contributo, ma non si sa quando o in quali termini, in quale formato". Tutto in altissimo mare, insomma: che sia colpa solo della burocrazia nei ministeri?