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Pd, il cavillo nello statuto: Sala candidato premier e Zingaretti segretario? Perché il ribaltone è possibile

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Nel Partito Democratico si guarda a Giuseppe Sala come all’uomo in grado di sfidare il centrodestra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni e di imporre un centrosinistra vincente e di governo. Lo scrive Il Tempo, secondo cui il sindaco di Milano ha pubblicato un vero e proprio manifesto politico con il suo ultimo libro “Società: per azioni”. Sala guarda ad un nuovo socialismo, vuole cambiare l’idea politica che la sinistra ha della società e l’establishment sembra seguirlo: “Non solo il Corriere. Enrico Letta su Repubblica lo incensa - si legge sul Tempo - idem La Stampa. Ma dove vuole e può arrivare Sala? Il primo appuntamento è tra un anno, elezioni amministrative”.

 

 

Ovviamente l’obiettivo è di riconfermarsi sindaco a Milano, ma il progetto sembra essere più a lungo respiro. Con una precisazione: Sala non intende essere l’anti-Zingaretti, dato che il nuovo statuto del Pd scinde la posizione del segretario da quella del candidato premier. Ciò significa che l’attuale sindaco di Milano, nel 2023 o addirittura prima nel caso in cui Giuseppe Conte non dovesse arrivare a fine legislatura, sarebbe un candidato più che possibile. È possibile, però, che debba fare i conti con Stefano Bonaccini, il governatore emiliano in grande ascesa grazie all'ottima gestione dell’emergenza coronavirus - a differenza di Sala, che è arrivato sempre un giorno dopo, come minimo. 

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