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Salvini, Meloni e Tajani in piazza: "La sinistra sì e noi no?". 2 giugno, piazza incontenibile: attacco al governo

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L'Italia riparte. Siamo a Roma, la manifestazione del centrodestra unito, tutti in piazza per suonare la sveglia a un governo immobile nel gestire l'emergenza coronavirus. Ecco Matteo Salvini, Giorgia Meloni ed Antoni Tajani, per Lega, FdI e Forza Italia, promotori dell'iniziativa. Tutti in piazza del popolo. Tante persone. Difficile, anzi impossibile, mantenere le distanze di sicurezza. Un assembramento, sì, contro le regole di sicurezza. Un assembramento che è anche un grido, quello di un'Italia rabbiosa, che vuole ripartire e non ha i mezzi per farlo. Centinaia di militanti hanno risposto alla chiamata dei leader. "L'Italia non si arrende", il nome della manifestazione. I leader si radunano attorno a un enorme Tricolore che da Piazza del Popolo si snoda per 300 metri lungo via del Corso.

 

La stampa progressista si scandalizza, ovviamente. Punta il dito. Repubblica parla di "gioco d'azzardo con la sorte". E non si interroga su cosa significhi questa piazza, dove le persone protestano contro una limitazione delle libertà che per certi versi e in certe misure è stato difficile comprendere. Dove le persone protestano contro un governo che ha promesso molto e, ad ora, dato zero. Salvini, dunque, abbassa la mascherina: "Se la sinistra era in piazza il 25 Aprile, perché noi no? Vedete bandiere di partito? Solo tricolori". Al suo fianco la Meloni, mascherina sul volto. Dalla folla si alza il coro: "Libertà, libertà". E ancora: "Elezioni subito". Il messaggio è arrivato, forte e chiaro. La manifestazione era solo per rappresentanti di partito, ma in questo momento è impossibile contenere la folla.

 

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