Palamara, Sergio Mattarella e la nota ufficiale: "Non ci sono le condizioni per lo scioglimento del Csm. Riforma, il Parlamento voti una legge"
Sergio Mattarella rompe il silenzio sul caso Palamara e sullo scandalo che sta travolgendo la giustizia. In particolare il presidente della Repubblica risponde alle sollecitazioni per lo scioglimento del Consiglio superiore della magistratura: “Conclude il suo mandato dopo quattro anni dalla sua elezione - si legge nella nota dell’ufficio stampa del Quirinale - e può essere sciolto in anticipo soltanto in presenza di una oggettiva impossibilità di funzionamento”. L’attuale Csm non si trova in questa condizione ed è impegnato nello svolgimento della sua attività istituzionale, quindi per Mattarella l’unica strada è “una riforma che contribuisca a restituire appieno all’ordine giudiziario il prestigio e la credibilità incrinati da quanto appare, salvaguardando l’indispensabile valore dell’indipendenza della magistratura”.
Poi il capo di Stato mette pressione al governo e all’opposizione, invitandoli con decisione a dimostrare di avere reale interesse nel riformare la giustizia, sulla quale gli scontri politici interni alla maggioranza sono in corso da tempo: “Se i partiti politici e i gruppi parlamentari sono favorevoli a un Csm formato in base a criteri nuovi e diversi, è necessario che predispongano e approvino in Parlamento una legge che lo preveda: questo compito non è affidato dalla Costituzione al presidente della Repubblica ma al governo e al Parlamento”. Inoltre Mattarella ha auspicato “che si approdi in tempi brevi a una nuova normativa”, pur ricordando che un eventuale scioglimento del Csm comporterebbe “un rallentamento, dai tempi imprevedibili, dei procedimenti disciplinari in corso nei confronti dei magistrati incolpati dai comportamenti resi noti, mettendone concretamente a rischio la tempestiva conclusione nei termini previsti dalla legge”.