Silvio Berlusconi frena sul 2 giugno: "Ho chiesto a Salvini e Meloni che la nostra presenza in piazza sia un atto simbolico"
Forza Italia sempre più distaccata dalle tesi degli alleati. Lega e Fratelli d'Italia mai così lontane sulla questione Mes rispetto agli azzurri. Lontananza che lo stesso Silvio Berlusconi vuole sottolineare. "Voglio fare una premessa - mette subito le mani avanti il Cav in occasione del 2 giugno, quando i tre alleati scenderanno assieme in piazza -. Ho chiesto ai nostri alleati che la nostra presenza in piazza sia un atto simbolico, dal forte valore politico ma solo simbolico. Quello che faremo è testimoniare con la nostra presenza di essere a fianco degli italiani che lottano per ripartire, che devono fare i conti con le tasse, con la burocrazia, con gli aiuti che tardano ad arrivare, con le norme, le disposizioni incomprensibili e inapplicabili di questo governo". Insomma, lo sfogo del leader di Fi sul Giornale sembra chiaro: Matteo Salvini e Giorgia Meloni vanno in una direzione opposta al suo partito (una tra tutte l'appoggio al governo Conte), ma in una fase così emergenziale non si può dare l'impressione di essere discordi.
E ancora, questa volta però contro la maggioranza che da mesi governa in totale solitaria: "Per cambiare il Decreto Liquidità abbiamo presentato in Parlamento 150 emendamenti e siamo riusciti a farne accogliere una quarantina su temi molto sentiti dagli italiani, come l'allungamento da 6 a 10 anni del tempo di restituzione dei cosiddetti mini-prestiti che siamo riusciti anche ad aumentare da 25mila a 30mila euro. Resta però il nostro dissenso, la nostra opposizione a un provvedimento che giudichiamo comunque insufficiente. Ogni giorno che si perde rende la strada verso la ripresa più lunga, più difficile e anche più dolorosa".