Riccardo Ricciardi, il ritratto della "testa calda" M5s: ammiratore di black bloc e Guardia di Finanza
“Sicuramente è un tipo focoso, anche se non ci aspettavamo una sfuriata del genere, ma ormai è andata come è andata…”. Il Giornale cita un deputato vicino a Luigi Di Maio per descrivere Riccardo Ricciardi, la “testa calda” che si è scagliato contro la Lombardia, generando un putiferio in Parlamento. Il vice capogruppo grillino alla Camera ci tiene ad apparire come un duro e puro, a partire dall’orecchino e dalla barba folta. Lui si definisce ortodosso: appartiene alla corrente di Roberto Fico, è ambientalista, giustizialista e ammira pure i black bloc.
Lo si evince da un monologo scritto nel 2015 (di professione fa il regista e l’autore teatrale e cinematografico) che Ricciardi nel suo curriculum definisce “un lungo lavoro di ricerca sui modi e i metodi di lotta che esistono nel mondo della contestazione”, nonché un “tentativo per capire quali possono essere i pensieri e le spinte che portano un ragazzo a compiere quelle azioni”. Ma non è tutto, perché prima dell’elezione alla Camera, arrivata nel 2018, è stato consigliere comunale a Massa, la sua città. In particolare Il Giornale fa notare che, da candidato sindaco del M5S, nel 2013 promise “se vinco, farò venire la Guardia di Finanza a ispezionare i conti in Comune”. Già allora era fissato con l’idea di un Movimento senza leader, poi nel 2018 ha staccato il biglietto per il Parlamento, dove ha sempre cercato di controllarsi, almeno fino alla sparata sulla Lombardia.