Nicola Zingaretti, grigliata abusiva del suo capo di gabinetto: i controllori peggio dei controllati"
Quel sottile piacere della grigliata proibita. Forse Albino Ruberti, funzionario Pd eclettico vagamente somigliante a Francesco Guccini nonché capo di gabinetto di Nicola Zingaretti, probabilmente non lo sa, ma una cosa ha in comune col ministro della Comunicazione del Sudafrica Stella Ndabeni: carbonella e braciole ben cotte ingollate "a casa dagli amici" in barba alla normativa Coronavirus imposta dai loro stessi governi.
Solo che in Sudafrica, a Ndabeni, hanno fatto uno shampoo galattico: convocata dal suo presidente, la signora si è presa un cazziatone che le ha imposto scuse pubbliche, multa e sospensione dagli uffici per tre mesi. Per Ruberti, beccato da un cittadino del balcone dirimpetto che l' aveva sorpreso a gozzovigliare nel mezzo di un tumultuoso via vai da primo maggio, è stata sufficiente una multa -salata, 400 euro- accompagnata anziché da un mea culpa ufficiale, da un' excusatio simpaticamente congegnata: «Stavo partecipando ad un pranzo di lavoro in una abitazione privata. Negli ultimi 60 giorni ho praticamente vissuto alla Regione e, considerata la festa nazionale, ho preferito fare questo incontro a pranzo per poi tornare a casa dai miei familiari».
IL VIZIETTO DEM
Ora, va bene che, con questo governo il diritto alla braciola è come quello alla salute: sacro, imprescindibile, e suscettibile d' interpretazione. Specie per il Pd. Infatti - fa notare il Secolo d' Italia che parla di «immunità ideologica» - se lo stesso Zingaretti s' è fatto fotografare sul Navigli milanesi circondato dai calici in un' "apericena" (e infatti poi ha contratto il virus), non si vede perché il capo di Gabinetto dovrebbe esser da meno.
E forse non è un caso che perfino Roberto Speranza, parlamentare di Articolo Uno, sinistra irredenta, sia stato ripreso dal Tg1 su un' auto di servizio senza mascherina e non a distanza di sicurezza dal proprio autista; il quale, evidentemente, non dev' essere un congiunto né un «parente fino al sesto grado» né -riteniamo una persona a lui «legata da un vicolo affettivo stabile». Nel caso di Speranza c' è l' aggravante d' essere casualmente ministro della Salute, cioè l' uomo che detta quelle stesse regole che imbrigliano -giustamente- gl' italiani ogni giorno. Regole che per Speranza hanno, evidentemente un' applicazione differenziata. Il ministro, per capirci, avrebbe dovuto sedersi dietro e dalla parte opposta rispetto all' autista.
LA FIERA DELLE SCUSE
Ora, va bene tutto. Noi capiamo che i Dpcm sono tanti, farraginosi, di faticosa lettura, e spesso tendono ad incasinarsi tra le disposizioni presenti, passate e, probabilmente, future. E se è difficoltoso per i semplici elettori attenersi ad una legislazione così straordinariamente in movimento fra l' epico e il grottesco, figuriamoci per gli eletti. Eletti non solo a sinistra, beninteso.
Per dire: il 22 marzo la polizia ha sanzionato Valentino Valentini, deputato di Forza Italia, mentre si dilettava in una tranquilla corsetta a Villa Borghese, «trasgressione della norma per immotivato motivo». E solo a Pasquetta la mitica deputata ex grillina No Vax Sara Cunial era stata bloccata da una pattuglia anti-scampagnate sulla via del mare; e si era giustificata - pure lei - asserendo di andare «al mare per lavoro», specificando che la commissione di cui faceva parte, Agricoltura - e, prima ancora, l' VIII, Ambiente - si riuniva su una spiaggia di Ostia.
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Va bene tutto, dicevamo. Ma se i nostri governanti ci massacrano legittimamente di ramanzine, raccomandazioni e contravvenzioni, e se alcuni di loro minacciano perfino di sfoderare i lanciafiamme (il mitico De Luca) in caso di violazione delle norme; be', il fatto che essi siano i primi trasgressori è perlomeno seccante...
riproduzione riservata Albino Ruberti, capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, è stato multato di 400 euro per aver violato le norme anti-contagio partecipando a una grigliata fuori casa. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, è apparso invece in pubblico senza mascherina.