Fase 2, Pierpaolo Sileri controcorrente: dopo la possibilità di far visita agli "amici", il viceministro boccia l'autocertificazione: "Non serve"
Pierpaolo Sileri controcorrente. Il viceministro della Salute, a differenza di Giuseppe Conte, si fida degli italiani. "Ci dobbiamo affidare anche alla responsabilità e al buon senso". Un duro colpo alle autocertificazioni dunque presenti nella Fase 2, una delle tante misure contro il coronavirus con cui il governo vuole ripartire dal 4 maggio. Sileri, da medico, al Corriere della Sera porta le prove delle sue osservazioni: "Il 95 per cento degli italiani ha rispettato le regole. Non serve mettere un cartello sui ponti del Tevere: non buttatevi di sotto altrimenti morite. Lo sappiamo. Almeno dal 18 maggio io abolirei l'autocertificazione".
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E non è un caso che sia stato proprio Sileri ad allentare la stretta su chi poter visitare durante la seconda fase. Non solo i tanto controversi congiunti (persone legate da relazioni stabili come fidanzati), ma anche amici, quelli "veri" però. Con "amico vero" il viceministro intende "che non deve essere una scusa. C'è chi vive solo, è vedovo o magari ha bisogno di qualcuno che gli tenga il bambino. In mancanza dei nonni e babysitter, un amico è fondamentale".