Nomine Eni, Enel, Poste e Mps, scoppia il caso delle partecipate. Colpo di mano del governo, centrodestra: grave forzatura
L'accordo sui posti chiave nelle partecipate pubbliche da parte del governo Conte sarebbe ormai chiuso, le ragioni dei cinquestelle hanno avuto la meglio sull'orientamento del Pd e di Italia Viva, che spingevano per una riconferma in blocco di tutti i principali amministratori. Un'eventualità, scrive il Corriere della sera, che avrebbe tagliato fuori il M5S dalla possibilità di indicare dei manager di riferimento alla guida di aziende come Eni, Enel, Poste, Leonardo, Terna, Enav e Mps.
Gli amministratori delegati di Eni, Enel, Poste e Leonardo verrebbero confermati, mentre alla guida di Terna, Enav e Mps (quest'ultima è ormai sotto il controllo del Tesoro) arriverebbero dei manager graditi al M5S. Oltre alle tensioni interne al governo a montare è la protesta dell'opposizione che attacca e in una nota, condivisa dai leader di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, denuncia la «grave forzatura» di avere proceduto alle nomine, malgrado fosse stato chiesto il rinnovo automatico degli amministratori stante l' emergenza del coronavirus. Osservatori e commentatori valutano la «partita nomine» un tradizionale banco di prova per testare il peso di una forza politica e la capacità di imporre manager di riferimento in settori chiavi dell' economia.