Pier Ferdinando Casini contro Giuseppe Conte: "Grave errore l'attacco in tv. Il sospetto: qualcuno teme l'accordo con l'opposizione"
Fino a prova contraria, Pier Ferdinando Casini fa parte di questo governo. Ma poiché il soggetto sa cosa sia la politica, ha qualcosa di molto pesante da dire a Giuseppe Conte. Il tema è sempre quello dello show in tv contro Matteo Salvini e Giorgia Meloni, accusati mentre stava riferendo su temi decisivi e istituzionali. Una roba da brividi, insomma. Anche per l'ex leader dell'Udc, che intervistato dal Messaggero non si nasconde né usa giri di parole: "In questo momento non si può giocare, l'Italia da qui a poche settimane si troverà in una crisi economico-sociale drammatica. E non può esserci nessuno spazio per le polemiche tra governo e minoranza: sono sbagliate e dannose", premette.
"Lo scenario è pessimo, paventare rischi di moti di piazza non è avventato, ma è purtroppo plausibile. Il capo dello Stato ha parlato più volte di unità nazionale e io dico: se non ora quando - riprende Casini -? Se nella storia ci sono stati momenti in cui la politica ha saputo mettere da parte le proprie divisioni è stato quando c'era in ballo qualcosa di più importante: l' interesse della nazione, il destino di generazioni. L'emergenza del dopoguerra spinse De Gasperi e Togliatti a fare un governo assieme. Le persone responsabili capiscono che bisogna accantonare gli interessi di parte per salvare il Paese - rimarca -. E in questo contesto cosa fa il presidente del Consiglio? Nella solennità di un messaggio a reti unificate, in un momento così grave, polemizza con l' opposizione. Ecco, è stato un grave errore".
Una posizione chiarissima, quella di Casini, che infine avanza anche un sospetto: "Ho la sensazione che c'è chi vuole difendere l'attuale corso politico quasi temendo che un accordo tra maggioranza e opposizione possa mettere in discussione gli assetti che esistono oggi. Ma sarebbe il sintomo di una visione molto miope e molto grave. C'è l' assoluta necessità di procedere con l'opposizione", conclude. Lo dicono tutti, insomma. L'unico che non vuole ascoltare, però, è Giuseppe Conte, sempre più persuaso di essere una sorta di salvatore della patria.