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Fiorito accusa la Polverini: "Non poteva non sapere"

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 23 settembre 2012

3' di lettura

Ha portato in procura due casse piene di documenti con l'intenzione di spiegare come stanno realmente le cose. Franco Fiorito, l'ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio, in sette ore di interrogatorio ha reso conto al procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal sostituto Alberto Pioletti dei 109 bonifici contestati dalla Procura per un importo di oltre 850mila euro. "Io non ho rubato nulla di quello che mi viene addebitato", si è difeso il Batman di Anagni. "Quei soldi assegnati mi spettavano di diritto come capogruppo e componente di commissione, e per regolamento - si è giustificato Fiorito - potevo disporne liberamente, mandandoli anche all’estero. Altri consiglieri del mio partito, invece, so che presentavano pezze d’appoggio senza che nessuno controllasse".  "La Polverini sapeva" - Fiorito poi alza l'asticella, e punta il dito contro il presidente della Regione Lazio, renata Polverini: "Non poteva non sapere quanto accadeva circa la ripartizione dei fondi assegnati ai singoli gruppi dall'ufficio di presidenza", avrebbe detto nel corso dell'interrogatorio. "Er Batman", insomma, ha parlato di un "meccanismo diffuso in Regione", anche se ha precisato di non conoscere quanto facevano gli esponenti politici dell’opposizione. L’ex tesoriere del Pdl laziale non ha dubbi: "So di non avere commesso alcun illecito, ma se ho sbagliato pagherò. In ogni caso, ho sempre fatturato tutto - ha detto a Caperna e a Pioletti - e soprattutto nei vari conti correnti era indicata la provenienza del denaro. Erano conti in un certo senso 'dedicati'. Tutto era tracciabile".  Altri nomi - Poi Fiorito ha continuato nel controattacco facendo nomi e cognomi di altri consiglieri regionali, puntando il dito contro spese e gestione di denaro a suo dire irregolari: "L'ho fatto perchè mi hanno accusato ingiustamente quando invece io so di essere pulito". Dal canto suo, l’avvocato Carlo Taormina, difensore di Fiorito, ha aggiunto: "Abbiamo prodotto una corposa memoria e almeno due casse di documenti ed ora è giusto che gli investigatori facciano i loro riscontri. Personalmente ho eccepito la qualificazione giuridica del reato. Il peculato, per me, non ha motivo di sussistere perchè i gruppi e i partiti sono soggetti privati, mentre si può discutere sull'appropriazione indebita. In ogni caso, riteniamo di avere chiarito la situazione".  Unico indagato - Il lungo interrogatorio al quale è stato sottoposto l'ex capogruppo Pdl si è concluso dopo una giornata convulsa, per gli effetti che lo scandalo sta provocando alla Regione Lazio. Fiorito, tuttavia, rimane fino a questo momento l'unico indagato della Procura di Roma, anche se l'attenzione degli inquirenti e degli investigatori si sta orientando anche su altri soggetti, ovvero i destinatari di alcuni bonifici dell'ex capogruppo del Pdl. Tra questi alcuni consulenti della Pisana e una decina di esponenti del Pdl. Il tutto mentre si continua a passare al setaccio i conti de 'Er Batman' e del suo patrimonio. Tra questi case, una villa al Circeo ed immobili a Roma e nel feudo di Fiorito, Anagni, in Ciociaria. Sotto la lente di ingrandimento anche il conto cointestato con la madre, aperto in una filiale di Anagni, mentre sembra sempre piu' probabile la preparazione di una rogatoria internazionale per fare luce su cinque conti correnti aperti in Spagna.  

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