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Rosy Bindi non molla la poltrona:"Chiedo al partito di ricandidarmi"

Rottamazione a metà. I big del Pd si fanno da parte ma la Bindi no. Lei dopo 18 anni vuole restare a Montecitorio. Non vuole farsi da parte. E pur di restare strizza l'occhio a Montezemolo
di Ignazio Stagno domenica 18 novembre 2012

2' di lettura

Rosy Bindi non vuole andarsene. Lo dice chiaro e non fa giri di parole. Di rottamazione non vuol sentire parlare e allora comincia già a mettere le mani avanti chiedendo al partito uno "strappo" per la prossima legislatura. "Lo statuto del Pd prevede che, per   restare in Parlamento più di 15 anni, occorre presentare domanda di   deroga agli organi di partito. Io la presenterò, anche se vincesse   Renzi. Sarà poi il partito a decidere se sono più o meno utile”, ha dichiarato la Bindi. Il messaggio è chiaro:io non me ne vado. Dunque la rottamazione del Pd non va proprio nel verso giusto e la casta vuole stare ancora al suo posto. La Bindi è una veterana del parlamento. Diciotto anni fra i banchi di Montecitorio non le bastano. Vuole arrivare almeno a 23. Infatti nelle sue parole c'è tutta l'aria di chi si prepara a rientratre in parlamento per la sesta legislatura consecutiva. Eppure qualcuno nel Pd si è già fatto da parte, raccogliendo piano piano il messaggio di Matteo Renzi. Anna Finocchiaro ha detto basta, Massimo D'Alema quasi basta, Walter Veltroni anche. Insomma i big cominciano a mollare. La Bindi è l'unica che sta chiedendo espressamente al Pd di restare in sella. E la sua salvezza sarebbe una vittoria alle primarie di Pierluigi Bersani. "Penso che vincerà Bersani. Vincerà il segretario del partito perchè è tutto il Pd candidato alla guida del paese, non un pezzo del partito, una sensibilità del partito, una generazione contro un’altra; un partito che ha il 30 percento nei sondaggi", ha spiegato la deputata. E per sicurezza qualora il Pd le chiedesse di farsi da parte lei è pronta anche a salire su un altro carro. Un carro che con Montezemolo, Fini e Casini porta con sè l'etichetta di "Terza Repubblica". La Bindi per questa lista che vede nel Monti bis un'opportunità, ha espresso parole che sanno di corteggiamento:"Penso che sia un’operazione di terzismo di nuovo conio. Quella lista - spiega Bindi - mette insieme il mondo cattolico, che nei confronti delle riforme Fornero ha usato parole molto più dure della Cgil, insieme a un rassemblement che andrebbe ben oltre il ministro Fornero". Insomma a Rosy non importa con chi andrà. A lei interessa solo continuare a frequentare la buvette di Montecitorio.   Il sondaggio: Secondo voi Perché Rosi Bindi non se ne vuole andare? 

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