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Schiaffo di Casini a BersaniPierferdi corre da solo

Il leader dell'Udc si sfila dai diktat di Vendola: "E' un problema dei democratici"
di Nicoletta Orlandi Posti sabato 4 agosto 2012

2' di lettura

  Pierferdi corre da solo. Al leader dell'Udc non piace essere tirato per la giacchetta, né tantomeno piacciono i diktat. Ecco allora che in un'intervista rilasciata al Corriere mette la parola fine alle congetture su l'Udc parte di una coalizione di centro sinistra con Pd e Sel in vista delle prossime elezioni: "Una convergenza per il bene del Paese, sull'onda dell’emergenza, è possibile, come lo è stato in questa legislatura. Ma dopo che ognuno alle elezioni si sarà presentato con i propri programmi e le proprie liste".  E incalza: "Non ho avuto paura di scomparire nell’epoca di Berlusconi, figurarsi se ho paura di presentarmi da solo adesso". Il leader dell’Udc indica quindi la linea del partito per il dopo elezioni: "Da tempo in Europa sostengo la collaborazione delle grandi famiglie socialista riformista e popolare europeista". Casini ribadisce le distanze con l'alleanza fra Sinistra e libertà e Partito democratico: "Non mi riguarda. Bersani sta organizzando il campo progressista e io non mi impantano nelle eterne questioni della sinistra italiana. Gioco un’altra partita". E ancora: "Non penso certo di farmi fare da Vendola l’esame del sangue. Non mi pare che le sue ricette abbiano avuto grandi ricadute nè in Italia, nè in Puglia". Il leader dell’Udc si dice comunque convinto che "la politica abbia bisogno di un’apertura alla società civile" e l'Udc è "disponibile a ogni passo indietro, fieri del ruolo che avremo in questa nuova costruzione. Ci va dato atto di aver rinunciato alle seduzioni del potere negli ultimi dieci anni".  Una cosa è certa: "La direzione di marcia è quella del governo Monti; non si torna più indietro", sottolinea e rilancia: "Qui si tratta di aver capito che il Paese va risanato, che vanno fatte scelte impopolari. Più pragmatismo e meno ideologie". Nell'intervista non è mancata una stilettata a Silvio Berlusconi. "Se resta in campo", dice Casini, "per noi si liberano enormi settori politici".  

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