Casini: Dopo Monti c'è Monti. No del Pdl, il Pd si spacca

di Giulio Bucchidomenica 9 settembre 2012
Casini: Dopo Monti c'è Monti. No del Pdl, il Pd si spacca
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L'aveva già fatto capire più volte, ma ora Pierferdinando Casini si scopre definitivamente: "Per noi dopo Monti c'è Monti. Il cammino non va interrotto, la strada è ancora lunga. Coraggio, incamminiamoci!". Sarà il clima di festa casalinga di Chianciano, sarà il consenso sempre più diffuso in ambiente centrista, ma il segretario Udce sceglie la platea dei propri simpatizzanti per lanciare la bomba che scuote la domenica politica italiana. Chiudendo la tre giorni Udc, Casini si prostra davanti al premier: "Per noi evocare Monti significa dire qualcosa che va ben oltre il nome del presidente del Consiglio che eserciterà, nelle forme e nei modi che la storia gli assegnerà il suo servizio verso la Repubblica".  Il Pd si spacca - Mario unto dal Signore, premier o presidente della Repubblica che sarà. E mentre il Pdl, per bocca del segretario Angelino Alfano, dice un no secco alla prospettiva di un Monti bis ("Se qualcuno vuole ancora Monti alla guida del governo dovrà trovarlo sulla scheda", invito esplicito a Casini e amici a candidare il professore), il Pd si trova nella scomoda condizione di chi con la testa ha un'opinione e con la pancia un'altra. Tradotto: Pierluigi Bersani sarebbe disposto a discutere della prospettiva di un Monti bis, blindando i propri rapporti con Udc e centristi in genere ma chiudendo forse definitivamente con Nichi Vendola e Antonio Di PIetro, mentre i duri e puri dei democratici, l'ala che fa capo al responsabile economico Stefano Fassina, stanno ancora studiando una exit strategy, un modo per poter andare al governo rovesciando le riforme degli ultimi 8 mesi. Per chi, come Fassina, pensa ancora all patrimoniale come unico rimedio alla crisi, proseguire con le politiche rigoriste di Monti non è strada praticabile.