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Berlusconi telefona ad Alemanno:"Fai un passo indietro a Roma"

Il sindaco è in picchiata nei sondaggi. Lui chiede: "Candidato non sia altro ex An". Ma la favorita anti-Zingaretti e Giorgia Meloni
di Matteo Legnani domenica 9 settembre 2012

2' di lettura

Memore della "botta" subita a Milano un anno fa, Silvio Berlusconi qualche giorno fa ha alzato la cornetta e composto il numero di Gianni Alemanno. Troppo fresco e doloroso il ricordo di quei sondaggi (poi confermati dalla sconfitta) che davano Letizia Moratti in difficoltà nella corsa a Palazzo Marino. E se a Milano il Cav tentennò (anche di fronte al "tesoro" che la Moratti, tramite il marito Gian Mario, mise sul piatto elettorale), nella Capitale ha deciso di non ripetere quell'errore. E, senza giri di parole, ha chiesto al sindaco capitolino di farsi da parte e di non ricandidarsi per un secondo mandato. I sondaggi su Roma danno infatti Alemanno nettamente sconfitto da quello che già da tempo il Pd ha scelto come candidato alle comunali 2014: Nicola Zingaretti. Il disastro-neve, il caos-trasporti, la beffa-metropolitana hanno seriamente appannato l'immagine del sindaco in carica. E lo stesso Alemanno, dopo aver parlato tempo fa di una sua lista per il 2014, sembra aver perso interesse per un bis, preferendogli invece un ritorno in Parlamento. A una condizione: il primo cittadino capitolino avrebbe chiesto di non candidare un altro ex esponente di An, per ridurre l'imbarazzo di un suo passo indietro. Alemanno sosterrebbe volentieri una candidatura di Luigi Abete (presidente di Bnl e di Cinecittà studios) o quella di Giovanni Malagò (presidente del Circolo canottieri Aniene). Ma non quella, che si fa avanti con sempre maggior forza, di Giorgia Meloni, ex An ed ex ministro delle Politiche giovanili. Nel generale appannamento che sta coinvolgendo molti "big" del Pdl, ex An compresi, quella della Meloni è una stella in ascesa. Giorgia è giovane, impegnata, poco "politica" (nel senso deteriore del termine), molto romana. Forse Alemanno, di passi indietro, dovrà farne non uno, ma due.

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