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Senato federale e taglio senatoriRinasce l'asse Pdl-Lega

I membri scendono a 250 e si aggiungono 21 rappresentanti regionali
di Eliana Giusto sabato 30 giugno 2012

2' di lettura

  Torna l’asse Lega-Pdl e prende forma il Senato federale. Con 153 sì (solo azzurri e lumbard), 136 no e 5 astenuti infatti l’aula di Palazzo Madama ha dato il via libera all’articolo 2, nella nuova formulazione della Lega, che prevede la nascita del Senato federale con 250 senatori ai quali vanno sommati 21 rappresentanti regionali. In totale quindi i senatori scendono a 271 (anziché 311 come nella precedente formulazione bocciata ieri in prima commissione). I rappresentanti regionali non saranno membri del Parlamento, quindi “non riceveranno la relativa indennità”.   I rappresentanti regionali - In sostanza l’emendamento della Lega riscrive l'articolo 57 della Costituzione. Che cambia così: “Il Senato federale della Repubblica è composto da 250 senatori eletti a suffragio universale e diretto su base regionale. Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a 6: il Molise ne ha 2, la Valle d’Aosta uno".  La ripartizione dei seggi fra le Regioni viene effettuata in base – e in modo proporzionale – alla popolazione. A partecipare ai lavori del Senato ci sarà poi un rappresentante per ogni regione che potrà intervenire con diritto di voto sulle materie di interesse degli enti territoriali.  Per quanto riguarda il Trentino-Alto-Adige/Sudtirol i consigli delle province autonome eleggono ciascuno un rappresentante. I rappresentanti delle Regioni nel Senato federale della Repubblica non essendo membri del Parlamento e non ricevono la relativa indennità ma godono dell’insindacabilità. Il trionfo padano - Esulta, ovviamente, la Lega. "Evviva!", grida Roberto Calderoli: “Dopo più di vent'anni di battaglie, con il mio emendamento otteniamo due risultati storici: da una parte la riduzione del numero dei senatori e dall’altra la creazione del Senato federale, lo strumento con cui il Paese può diventare finalmente federalista, rispetto ad un centralismo che ha rovinato il Paese e la sua economia".  Ora, Calderoli si aspetta che “grazie a tutte le forze responsabili che ci sono in Parlamento” si possa raggiungere “quella maggioranza qualificata dei due terzi che consentirà di ridurre il numero dei parlamentari, di avere il Senato Federale e, perchè no, di far eleggere direttamente da parte del popolo il Presidente della Repubblica già dalla primavera prossima".  

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