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Primarie Pd, ballottaggio tra Bersani e Renzi. Il rottamatore contesta i dati

di Andrea Tempestini venerdì 30 novembre 2012

Matteo Renzi

4' di lettura

A Pierluigi Bersani il 44,9%, a Matteo Renzi il 35,5%: questo il verdetto quasi definitivo delle primarie del Pdl (è stato scrutinato il 90% dei seggi). Quindi  Nichi Vendola con il 15,6%; staccati Laura Puppato (2,6%) e Bruno Tabacci (1,4%). Ma il conteggio e lo spoglio destano diverse perplessità Per primo il "tilt": intorno all'1,30 della notte tra domenica e lunedì i dati non arrivavano più. A quell'ora risaliva l'ultimo aggiornamento; poi dai 3.982 seggi scrutinati fino all'1,30 su un totale di 9.232 in tutta Italia, si passa a 3.992; poi per molte ore il nulla. C'è poi il balletto sul numero totale dei votati: domenica si diceva fossero 4 milioni. A giochi fatti, Nico Stumpo, coordinatore nazionale delle primarie del centrosinitra, ha spiegato: "Hanno votato circa 3 milioni e 100mila cittadini" (nel 2005, alla vittoria di Prodi, furono 4,3 milioni; nel 2007, Veltroni, 3,5 milioni; nel 2009, Bersani, 3,1 milioni). I dubbi di Renzi sullo spoglio - Lo spoglio, dopo il black-out della notte, è ripreso. Roberto Cuillo, del comitato organizzatore delle primarie, ha dichiarato che "mancano poche decine di seggi, credo si arriverà al dato definitivo a fine giornata. Nel pomeriggio di oggi è convocato il comitato dei garanti che esaminerà ciò che deve e alle 18 ci saranno i dati ufficiali". Peccato però che a tutti i problemi legati allo spoglio si aggiungano anche le accuse, più o meno velate, di Renzi, che contesta i dati. Il rottamatore ha spiegato a Sky Tg24 di ritenere il suo risultato "buono, molto buono". Poi sottolinea che "i dati in nostro possesso indicano che siamo a 5 punti da Bersani, e non a 9 come dicono loro. Poco importa - ha poi aggiunto con signorilità -, al ballottaggio si riparte da 0-0". Quindi il rottamatore si toglie una soddisfazione: "Per tre mesi mi hanno detto che ero lo schiavo del centrodestra e ho vinto nelle regioni rosse. Comunque - ha concluso nella mattinata di lunedì - continuerò a chiedere il voto anche agli elettori del centrodestra". Nel pomeriggio di lunedì, sarà poi lo stesso comitato renziano a sottolineare come lo scarto sia probabilmente più vicino ai 9 punti che ai cinque. Il tilt - Prima delle pacate contestazioni di Renzi, teneva banco il caso del blocco degli scrutini, di cui vi dato brevemente conto nelle prime righe dell'articolo. Nonsi è trattato di un semplice rallentamento. Sui social network, per tutta la notte si è discusso del "tilt", tra dubbi e sospetti. Dopo pacifici commenti come "risultati a rilento" e "spoglio impantanato", si è passati a discutere di vero proprio "giallo" e "mistero".  E Bersani trema - Nonostante i problemi, il tilt e le contestazioni, al termine di una lunga giornata il risultato appare chiaro: per la leadership del Pd sarà ballottaggio. Un ballottaggio che spaventa - e non poco - il segretario Bersani: l'affluenza è stata  alta, e non c'è nulla di scontato. Il distacco c'è, ma il rottamatore di Firenze, domenica prossima, potrebbe prendersi il partito. A votare sono andate più di 3 milioni di persone: questo il dato diffuso dal quartier generale di Renzi (prima si parlava di due milioni di persone, poi di quattro; infine il dato ufficiale).  Bersani canta vittoria - Dopo un silenzio durato tutta la domenica, in tarda serata, Bersani ha cantato vittoria: "Sono stracontento, perchè è stata una giornata magnifica. Tantissima gente e un'organizzazione perfetta, non c'è stato nessun problema". Quindi l'esaltazione della scelta di celebrare le primarie: "Le abbiamo volute, le ho volute ho sentito Renzi e gli mando un abbraccio". Bersani ha poi aggiunto di attendere "con fiducia il ballottaggio". E a chi gli chiedeva se in caso di vittoria ci fosse un posto per Renzi tra i ministri, Bersani ha risposto: "Non facciamo quei bilancini. Chi vince è il candidato premier dei progressisti. Dopo di che decide lui". Renzi vuole vederci chiaro - Renzi, da par suo, dopo aver recriminato per le lunghe code (al suo seggio in via dei Ciompi, a Firenze, ha dovuto attendere due ore e quaranta per votare), ha sottolineato che "abbiamo vinto nella stragrande maggioranza delle regioni rosse, dove il Pci prendeva l'80%: la vulgata secondo cui noi stiamo a destra e loro a sinistra deve finire". Quindi il rottamatore snocciola una metafora: "Fossimo a Sanremo avremmo vinto il premio della critica, ma a noi interessa vincere il Festival". Infine il parallelo calcistico: "Si riparte da 0-0. E non c'è partita più bella di quella che ci vede in svantaggio". Ma il sindaco ragazzino vuole vederci chiaro nello scrutinio e sui dati uffciali e stizzito su twitter scrive: "I dati ufficiosi? Vorremmo quelli ufficiali. Non è difficile. Basta mettere online i verbali dei seggi. In ogni caso andiamo al ballottaggio".

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