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Monti: recessione colpa miaMa la frase sparisce dai siti

Il premier ammette che l'operato del governo ha aggravato la situazione economica del Paese. Corriere e Repubblica occultano la "confessione"
di Matteo Legnani domenica 16 settembre 2012

2' di lettura

  L'ammissione arriva quando ormai il primo anniversario dell'era Monti è vicino. Ci sono voluti quasi dieci mesi di borse affossate, spread alle stelle, Pil sottozero, insomma numeri che hanno fotografato una crisi senza se e senza (e soprattutto senza apparente via d'uscita) perchè il presidente del Cosnsiglio confessasse. Che la crisi è stato un atto premeditato. Di fronte alla stupita platea del Salone del tessile, il Prof ha pronunciato le seguenti parole: "L'Italia in recessione? Le nostre decisioni hanno contribuito". Non solo: ha aggiunto che il suo governo ha addirittura "aggravato" la recessione ma in vista di "un risanamento a lungo termine. Quando a questo governo è stato chiesto di trattare un caso non semplice, ci siamo posti il tema se comportarci con una visione di lungo periodo o se cercare di fare un surfing sulle onde della tempesta finanziaria - ha proseguito il Presidente del Consiglio -. Penso che le nostre decisioni abbiano contribuito ad aggravare la situazione congiunturale, è ovvio. Ma è solo così che si può avere qualche speranza un pochino più in là di vedere risanata in maniera durevole la situazione". Una teoria economica interessante, che si potrebbe definire "del gambero". Perla serie che per andare in avanti bisogna prima andare indietro. Certo che, se lo avesse detto dieci mesi, forsen qualcuno ci avrebbe pensato un attimo in più prima di tirare una pedata al cavaliere e insediare a Palazzo Chigi la banda Prof. Ma Monti non ha dubbi: "Solo uno stolto può pensare che sia possibile incidere in elementi strutturali che pesano da decenni senza provocare nel breve periodo un rallentamento dovuto al calo della domanda". I casi sono due: o Monti ci prende in giro, cercando una via d'uscita (poco convincente ) per i suoi fallimenti in attesa che in Europa il vento giri. O è seriamente e onestamente convinto di quel che dice. E non si sa quale ipotesi debba essere considerata peggiore, almeno finchè uno straccetto di crecità si paleserà. nel dubbio, i due maggiori siti di informazioni del paese, quello del Corriere e quello di Repubblica, hanno pensato di occultare la "confessione" del Prof, seppellendola rapidamente con le (non) notizie relative all'incontro tra governo e sindacati a Palazzo Chigi. Nel quale ha avuto l'ardire di chiedere alle parti sociali (e quindi ai lavoratori) di aumentare la produttività, come unica strada per uscire dalla crisi. Ma come, lui ci affossa e poi tocca ai lavoratori (vada a dirlo a quelli dell'alcoa) tocca toglirergli le castagne dal fuoco? La Camusso (Cgil) gli ha respinto sui denti lo scarica-barile, minacciando un nuovo sciopero generale. non l'ha presa bene  

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