Dopo aver provocato la prima grande rottura all'interno del Pdl, oggi, sabato 24 novembre, Gianfranco Fini, davanti al crollo del partito, riesce a dire che lui lo aveva predetto, che lui in fondo aveva fatto bene a mollare perché così non si poteva andare avanti. Fini, intervenuto a un’iniziativa organizzata da Futuro e Libertà a Napoli, ha dichiarato: "La crescita ottenuta da Fli prova che il tempo è galantuomo". Da quando, "in modo che qualcuno definì arrogante, alzai quel mio dito". Ma, ha aggiunto, "i mesi che abbiamo alle spalle hanno fatto capire che non agivamo per il nostro interesse, altrimenti saremmo rimasti seduti e tranquilli come tanti hanno fatto". Poi, da vero sciacallo, Fini ha concluso: "Sentivamo il dovere di lanciare un grido di dolore: il Pdl doveva essere un soggetto politico diverso, altrimenti il costo più alto di tante promesse non mantenute sarebbe stato presentato agli italiani del Sud". Eppoi, ancora: "Non me ne andai ma fui messo alla porta. Non fu una scissione ma un’espulsione per aver detto in modi spicci che stavamo rischiando di deludere gli italiani".