Oggi il premier Enrico Letta chiede la fiducia, prima a Palazzo Madama e poi a Montecitorio, con un intervento mirato ad un chiarimento che, indica il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, preveda per il governo "uno sbocco non precario" fino al 2015. Un "prendere o lasciare", senza "trattative", che fa capire il cauto ottimismo di Palazzo Chigi dopo una giornata convulsa di incontri. Alla fine della quale appare più vicino lo strappo dell'ala moderata del Pdl, guidata da Angelino Alfano e dei 4 ministri, e più difficile un passo indietro di Silvio Berlusconi, infuriato contro gli "inaffidabili" Letta e Napolitano che hanno permesso il suo "omicidio politico".