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Fiorito: "Se sciolgono il consiglio regionale mi ricandido"

Il consigliere Pdl accusato di peculato 4 ore dai pm come testimone per la presunta campagna mediatica contro Battistoni. L'avvocato Taormina: "Lui non c'entra"
di Giulio Bucchi domenica 30 settembre 2012

2' di lettura

  La Regione Lazio sta per venire giù e buona parte delle responsabilità, almeno mediatiche, ce le ha lui, Franco Fiorito, il corpulento ex capogruppo del Pdl in consiglio regionale accusato di peculato a Viterbo. Spese pazze, sprechi, rimborsi gonfiati ai partiti, soldi pubblici serviti a pagare festini sontuosi, cene luculliane, ristoranti esclusivi. Insomma, la summa della Casta. Il governatore Renata Polverini, travolta dalle polemiche per "omesso controllo" sugli uomini che la circondavano (in Regione e nel partito), è sempre più vicina alle dimissioni anche perché l'Udc si è detto ufficialmente pronto a ritirare la fiducia alla maggioranza. E Fiorito che fa? Uscendo dall'interrogatorio di 4 ore in Procura a Viterbo (da testimone, oggi) la spara grossa: "Se sciolgono il consiglio regionale del Lazio mi ricandido, non vedo perché non dovrei". Quattro ore dai pm - Ascoltato alla presenza del suo difensore, l’avvocato Carlo Taormina, dal procuratore di Viterbo Alberto Pazienti e dal sostituto Massimiliano Siddi, il consigliere del Pdl ha dovuto far luce su una serie di fatture falsificate del gruppo Pdl alla Regione Lazio pubblicate on line. L’ipotesi è che siano state falsificate delle fatture nell’ambito di una campagna mediatica contro il consigliere del Pdl Francesco Battistoni. A questo proposito, ha sottolineato Taormina, "l'interrogatorio è andato bene e abbiamo escluso ogni coinvolgimento di Fiorito nella falsificazione delle fatture pubblicate online e riconducibili a Battistoni". "Fiorito ha ricostruito - ha detto il legale - tutti i passaggi per chiarire la vicenda e tentare di individuare gli autori delle falsificazioni". I magistrati di Viterbo hanno inoltre confrontato i documenti falsi pubblicati online con i documenti autentici depositati da Franco Fiorito alla procura di Roma nel corso del suo interrogatorio. "Fiorito come Lusi" - Intanto da Roma, dove si indaga sul flusso di denaro ai partiti dei gruppi consigliari regionali, arrivano parole pesanti: "Fiorito è come Lusi", con riferimento all'inchiesta sull'ex tesoriere della Margherita accusato di appropriazione indebita per aver sottratto soldi al partito per fini personali. Nel caso del consigliere regionale del Lazio, sarebbe di circa un milione di euro la somma passata dai due conti del gruppo regionale del Pdl a quelli dell'ex capogruppo. Lusi è accusato di appropriazione indebita e non di peculato in quanto, tesoriere di un partito politico (e dunque semplice associazione) non rivestiva la funzione di pubblico ufficiale, a differenza del consigliere regionale Fiorito. 

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