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Monti: Riformisti uniti dopo il voto

Poi si boccia da solo: "Tornerò a fare il Prof". Quindi la gaffe su Fassina: "Ah, non è onorevole? I bocconiani influenzano anche le sedi dove non ci sono"
di Lucia Esposito domenica 13 gennaio 2013

2' di lettura

  Una frase che ha il sapore di una resa. Pronunciata due giorni dopo la partecipazione di Silvio Berlusconi alla trasmissione "Servizio Pubblico" dal premier Mario Monti all'assembela di Libertà Eguale associazione liberal del Pd che si è svolta ad Orvieto. "Da molto tempo - dice Mario Monti - non sono più capace di fare relazioni introduttive ma probabilmente presto mi riaddestrerò per questo mestiere". Il Prof sta cominciando a smorzare i toni e se, qualche giorno fa, sembrava certo di un successo elettorale, adesso sembra aver abbassato la cresta. Che abbia dato uno sguardo ai sondaggi? Il Professore, sembra aver acquistato la consapevolezza che presto indosserà nuovamente il suo loden da tecnico, uscirà da Palazzo Chigi per ritornare in cattedra.  Contro destra e sinistra Il premier parla della crescente inadeguatezza degli schemi politici a livello nazionale, anche quella "quasi assorbente di destra e di sinistra". Monti va oltre e individua la radice di "una certa crisi della politica europea negli stati membri con il riferimento spesso fuorviante all'asse destra-sinistra". Poi prosegue: "Qualunque sia l’esito delle prossime elezioni auspico che si faciliti la cooperazione tra i punti riformisti che sono in ogni partito". E ha aggiunto che nei partiti "si ritrovano esplicite forme di conservatorismo", ma si è detto "non completamente d’accordo" con Antonio Funiciello, presidente dell’associazione Libertà Eguale, che aveva collocato Fassina, Vendola, Fini e Bocchino tra quanti hanno ostacolato le riforme: "Casini e Bocchino", ha detto Monti, hanno costituito quella "componente che, forse per ragioni tattiche, ha creato meno problemi alle riforme iniziate e che hanno trovato limiti seri perchè conservatori da una parte e l’altra del parlamento hanno posto dei limiti". Mentre su Vendola e Fassina: "Non l’ho potuto vedere all’opera in Parlamento, ma Fassina... Non è onorevole? Questo dimostra che i laureati alla Bocconi sanno far sentire la propria voce anche in quelle sedi in cui non sono presenti".  

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