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Pd, Reggi fuori dalle liste: "Una esclusione ad personam"

Nessuno scranno in Parlamento per il coordinatore delle primarie di Renzi: "Pago gli attacchi al segretario". Letta: "Scelte di comune accordo"
di Andrea Tempestini domenica 13 gennaio 2013

Roberto Reggi

2' di lettura

Due volte sindaco della città di Piacenza, ma soprattutto coordinatore della campagna per le primarie di Matteo Renzi. E Roberto Reggi paga la sua vicinanza al rottamatore, e i toni duri che utilizzò contro il "grande capo" Pier Luigi Bersani nei giorni caldi della lotta per la leadership della sinistra. Il risultato? Silurato, escluso, rottamato. Per Reggi non ci sarà alcuna corsa allo scranno da parlamentare. E il motivo sono proprio i toni usati durante le primarie nei confronti dei bersaniani. "Non mi volevano in lista" - "Mi accusano - ha spiegato il renziano - di aver esagerato, di essere stato offensivo, di aver definito 'scagnozzi' alcuni bersaniani. Non mi volevano in lista. Insomma, colpirne uno per educarne cento. La mia è stata una esclusione ad personam. Matteo - ha proseguito Reggi - era disposto a fare la guerra atomica, ma io ho detto di no, non volevo che compromettesse tutto per salvare me, le delusioni personali feriscono chi le subisce ma il progetto va avanti. Erano quelli al tavolo che non mi volevano. Anche qualcuno che sta nel listino blindato, qualcuno di quelli che stanno sempre in un listino blindato". L'ex coordinatore della campagna di Renzi prosegue nel suo sfogo: "Quando si perdono le battaglie le conseguenze diventano imprevedibili. Non so chi ci sia dietro, ma certo grandi attestati di solidarietà non me ne sono arrivati. Anzi, immagino che inq uesto momento qualcuno stia brindando. A Bersani ho mandato un sms per dirgli che avrei accettato con disciplina qualsiasi decisione. E così ho fatto". Letta: "Scelte di comune accordo" - Se attacchi Bersani - questa la sostanza nel Partito Democratico - sei fuori. Reggi ne ha subito le conseguenze sulla sua pelle. Ma Enrico Letta ha provato a rispondere alle accuse del coordinatore renziano: "Tutte le scelte - ha spiegato il vicesegretario del Pd - sono state fatte di comune accordo e tengono conto del risultato delle primarie. Credo che nessuno possa accusare queste scelte di partigianeria - ha insistito -, è molto importante il rapporto tra Bersani e Renzi, che faranno campagna elettorale in tandem". Dell'esclusione di Reggi ha parlato anche Matteo Richetti, presidente dimissionario dell'Assemblea legislativa dell'Emilia Romagna e candidato al Parlamento: "Escludere Reggi dalle liste del Pd a Camera e Senato è stato un errore madornale. Così - ha concluso - si mortifica un protagonista delle primarie".

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