Silvio Berlusconi
"Per me questo governo è già morto. Me ne sento lontano sentimentalmente. Ma non è detto sia giunto il momento di farlo cadere". Queste le parole che Repubblica attribuisce a Silvio Berlusconi. Il destino delle larghe intese è segnato. I dubbi, semmai, sono relativi ai tempi. Quando ci sarà la crisi? Quando si andrà al voto? Il Cavaliere avrebbe le idee chiare. Certo, sullo sfondo resta la possibilità che tutto crolli già mercoledì, quando la Giunta del Senato darà il primo sì alla decadenza (per "difendersi" l'ex premier riflette sulla possibilità di andare in tv proprio mercoledì sera). Ma con tutta probabilità i tempi della crisi si dilateranno. Il piano di Silvio - Berlusconi ha una road map di cui, nelle ultime ore, parla con i collaboratori e i dirigenti a cui dà udienza ad Arcore. Le elezioni, stando al progetto, sono sì l'obiettivo, ma non immediato. Il Cav le colloca a primavera 2014, a ridosso delle Europee, accondiscendendo le richieste di Marina e Fedele Confalonieri, che insistono sul bisogno di stabilità per evitare pesanti ripercussioni economiche su Mediaset. Se il Berlusconi "pubblico" fa suonare i tamburi di guerra minacciando crisi e voto, nei discorsi privati esclude le urne in autunno. Questo anche per altri motivi oltre a quelli già elencati: il Colle farebbe di tutto per evitarlo, ma con buona probabilità mancherebbero i tempi tecnici per andare al voto. Infine, secondo un sondaggio circolato nelle ultime ore, il 70% degli italiani sarebbe stufo dello scontro politico. Il "no" alla stangata - Letta non ha scampo. "I pretesti per provocare una crisi di questo governo superano di gran lunga i motivi per tenerlo in vita", afferma Silvio. Ma l'esecutivo vivacchierà fino a questo inverno, il periodo in cui sarebbe impossibile andare al voto. A quel punto il Cav romperebbe, lasciando il Pd con il cerino in mano. Ad accelerare i tempi, infine, ci potrebbe essere la paventata manovra d'autunno, una stangata da 14-15 miliardi, che Cav e Pdl non possono digerire. Se Letta la inserisse nel "pacchetto" delle larghe intese, Berlusconi potrebbe staccare la spina prima del voto in Parlamento.