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Berlusconi teme i traditori:"Sono 16 e tutti del sud,sarà una valanga siciliana..."

La crisi resta dietro l'angolo. Spuntano i nomi di chi, nel Pdl, potrebbe appoggiare un Letta-bis (con i grillini e i vendoliani)
di Ignazio Stagno domenica 15 settembre 2013

Silvio Berlusconi

2' di lettura

"Almeno 16 senatori del Pdl e 8 del Movimento Cinquestelle uscirebbero dai rispettivi gruppi per sostenere un governo che allontani definitivamente lo spettro delle elezioni anticipate". I rumors che circolano nel Pdl sono questi. La tregua armata "strappata" da Giorgio Napolitano, che è ossigeno puro per il governo Letta, calma sì le acque, ma non mette al sicuro le sorti dell'esecutivo: la crisi resta dietro l'angolo. Silvio Berlusconi riflette, cerca di prendere tempo, secondo alcune indiscrezioni medita un gioco d'anticipo e le dimissioni, ma quando verrà "fatto fuori" tramite decadenza la situazione potrebbe precipitare. E, sullo sfondo, restano - sempre - le ombre dei "ribaltonisti". Gli strappisti - Una pattuglia di senatori azzurri, infatti, sarebbe pronta al tradimento. La voce continua a circolare con insistenza. Loro, vendoliani "responsabili" e grillini dissidenti potrebbero tenere in piedi la baracca e offrire i numeri (risicati) per un Letta-bis. "Presidente, guarda che i numeri per una nuova maggioranza al Senato ci sono già", hanno spiegato i fedelissimi al Cavaliere. Cosi ad Arcore è scattata la caccia agli strappisti. Chi sono? Qualcuno risponde: "Innanzitutto, la valanga siciliana". E cioè la pattuglia di cui farebbero parte, condizionale d'obbligo, Salvatore Torrisi, Bruno Mancuso, Marcello Gualdani, Pippo Pagano, Giuseppe Ruvolo e Francesco Scoma. In Sicilia i conti li sanno fare bene. "Meglio un Letta-bis" -  Anche nel Pdl campano si registra l'insofferenza verso la crisi di governo di senatori che rispondono ai nomi di Antonio Milo, Pietro Langella e Ciro Falanga. Insomma i probabili traditori non sono pochi. Già qualche giorno fa Francesco Scoma, "ras" del Pdl palermitano aveva detto: "L'agibilità del Cavaliere va assolutamente difesa. Una crisi di governo potrebbe anche non portare direttamente alle urne. Ritengo che un governo si farà lo stesso anche senza il Pdl". Poi è stato il turno di Salvo Torrisi, uomo forte del centrodestra catanese che parla apertamente di "fronda suddista": "Aprire una crisi ora sarebbe un clamoroso errore nei confronti del Paese. Un governo di larghe intese è l'unica soluzione possibile per l'Italia, non possiamo abbandonarla dopo pochi mesi. Almeno la metà dei senatori, soprattutto del Sud, sono contrari alla crisi". Poi c'è il "solito" Domenico Scilipoti che ha gia fatto sapere che è favorevole ad un Letta-bis: "Non ho vincolo di mandato, quindi potrei appoggiare anche un nuovo esecutivo". Pericolo Renzi - E in questo quadro di transfughi e possibili "traditori" si muove anche Matteo Renzi. In Sicilia il rottamatore ha imbarcato Enzo Bianco e Leoluca Orlando. Tradotto, si porta a casa i voti di Palermo e Catania. Se si andasse al voto il rottamatore potrebbe mettere le mani sul premio di maggioranza siciliano. E questa strategia ha incentivato ancora di più gli azzurri "lettiani" a schierarsi dalla parte dell'esecutivo. Il ragionamento è semplice: se si va al voto e Renzi fa bottino pieno in Sicilia, i sentaori "sudisti" rischiano di restare fuori da palazzo Madama. Così scelgono il Letta-bis, almeno "si tira avanti ancora un pò". (I.S.)

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