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Alfano tentato di disertare il verticeLorenzin: "Contro di noi metodo Boffo"

I filo governativi vorrebbero evitare di partecipare all'appuntamento di sabato prossimo. Toni sempre più accesi
di Nicoletta Orlandi Posti domenica 10 novembre 2013

Beatrice Lorenzin e Angelino Alfano

2' di lettura

Prima di decidere se andare o non andare al consiglio nazionale del partito che sabato prossimo celebrerà la rinascita di Forza Italia, Angelino Alfano e i suoi aspettano di quantificare con certezza il bottino delle firme totalizzate. Al momento oscillano tra le 320 e le 330, mentre i falchi avrebbero raggiunto quota 645. Certo la tentazione di disertare è forte: "Io mi convinco sempre di più che non dovremmo andare", ha confidato un ministro a Salvatore Dama per l'articolo su Libero in edicola oggi. Ma disertare l’assise sabato significherebbe formalizzare la scissione, mentre i governisti stanno ancora cercando una mediazione con Silvio Berlusconi per salvare l’unità. In primis Angelino Alfano, che punta a prendersi tutto il partito, ma con la benedizione del Cav, sul quale sta esercitando tutta la sua moral suasion (finora con scarsi risultati) per evitare lo scontro all’ultimo voto al Consiglio nazionale e portarlo dalla sua parte, strappandolo a Fitto. La decisione potrebbe maturare nel consiglio di guerra degli innovatori, che si riuniranno oggi per fare il punto della situazione con Alfano che alle 14 sarà intervistato da Maria Latella su Sky. Intanto il ministro Beatrice Lorenzin, dalle pagine di Repubblica getta benzina sul fuoco nella faida tra colombe e falchi rispondendo a Sandro Bondi che ieri aveva mosso duri giudizi sui ministri Pdl. "Ho sempre pensato che ci si possa confrontare in modo civile, democratico. Noi poniamo questioni politiche, ma ci rispondono scagliando insulti. Utilizzano il metodo Boffo, l'unico metodo che conoscono per fare politica", dice Lorenzin nell'intervista. "C'era un partito distrutto - spiega l'esponente del Pdl ricordando quando Bondi la propose coordinatore regionale del Lazio. - Lui e Cicchitto mi affidarono quel compito che - con gratitudine - svolsi con responsabilità e senso del partito. Già all'epoca, però, erano forti le resistenza ad un sano ricambio generazionale, né si diventa proprietà di chi ti ha proposto". "L'unica intenzione dei falchi è quella di cacciarci via - afferma Lorenzin. - Noi vogliamo un partito di centrodestra moderato e liberale, che si riconosca nel Ppe e aggreghi tutto il centrodestra italiano. Loro si dimostrano ancora una volta estremisti, si muovono in base ad antipatie personali, portano avanti una becera lotta di conquista del potere che non difende in alcun modo Berlusconi, né il suo dramma giudiziario. L'unico risultato che raggiungeranno è aver estromesso tutte le migliori competenze presenti oggi nel Pdl". "La decadenza è un tema drammatico per tutti noi - sottolinea il ministro. - Diranno: 'Come fate a stare con quelli che votano contro il leader?'. E' difficilissimo, non sono nostri alleati, ma c'è un timing necessario per rimettere in sicurezza l'Italia. Il governo deve andare avanti comunque".

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