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L'idea di Berlusconi: premier di sinistra e Gianni Letta al Quirinale

di Giulio Bucchi giovedì 28 febbraio 2013

3' di lettura

di Salvatore Dama Silvio Berlusconi lancia un messaggio di «responsabilità» al Partito democratico. Invita Pier Luigi Bersani al dialogo sulle «cose da fare» e a sbrigarsi. Perché la situazione non permette temporeggiamenti. La prassi vuole che solo dopo l’insediamento del Parlamento comincino le consultazioni al Quirinale per la formazione del governo. Troppo tardi: «Se un messaggio di stabilità non verrà lanciato prima rischiamo di pagare un prezzo troppo alto».  Guarda il videomessaggio di Berlusconi su LiberoTv Il Cavaliere in versione statista. Dopo essersi preso l’accusa di  aver terremotato i mercati con le sue proposte choc in campagna elettorale, nuova svolta dell’ex presidente del Consiglio. Cosa è successo? È successo che Berlusconi vuole essere della partita. E far pesare la situazione di incertezza al Senato proponendosi come interlocutore affidabile da contrapporsi agli «scalmanati» grillini. Di più: Silvio, ragionando con i suoi ad Arcore, si è detto anche pronto a sostenere un governo guidato da Bersani, a patto che valga il ticket: un democratico a Palazzo Chigi, un berluscones al Quirinale. E Berlusconi, per l’occasione, è pronto a giocarsi la carta Gianni Letta, suo storico consigliere oltre che persona molto apprezzata a sinistra. L’altra condizione sono i tempi. Che devono essere rapidi. Perché a Milano ripartono tre processi, Ruby, Unipol e diritti Mediaset. Procedimenti che presto arriveranno a giudizio. Silvio teme che si risolvano in tre condanne, con tutto il portato di sputtanamento interno e internazionale che ne segue. Dunque l’accordo con i democratici va chiuso prima che arrivino le toghe a far cambiare idea alla controparte.   Silvio ha lanciato l’amo, adesso tocca a Bersani fare la prima mossa. O a chi per lui, visto che il segretario democrat sembra molto confuso. Ha accusato il colpo, la botta elettorale è stata pesante per lo «smacchiatore», che già si immaginava con la campanellina del consiglio dei ministri in mano. Allora, come tradizione, la diplomazia si muove attraverso l’intermediazione dei dalemiani, a partire da Nicola Latorre.    Qual è il timore berlusconiano? Sono i numeri. Perché a conti fatti, il Pd ha la possibilità di eleggere il nuovo Presidente della Repubblica da solo. Dalla quarta votazione (quando è sufficiente la maggioranza assoluta del plenum). Contando sui suoi parlamentari, sul contributo dei montiani e dei grandi elettori delle Regioni. E allora ciao: «Un altro presidente di sinistra», sarebbe «il quarto» di fila. E il Cavaliere non può tollerare che succeda una cosa del genere.    Silvio ieri è tornato a piangere sul latte versato: «Se mi avessero fatto fare...». Berlusconi avrebbe voluto spedire il doppio delle lettere agli italiani con cui annunciava la restituzione dell’Imu. E fare anche una campagna di cartellonistica 6 per 3: «Avrei sicuramente recuperato quei 120 mila voti che ci sono mancati, adesso avremmo la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento». In ogni caso, l’uomo di Arcore ha voluto registrare un videomessaggio per «ringraziare» i suoi elettori: «Sarò in campo per far fruttare nell’interesse dell’Italia il consenso di cui sono stato destinatario». Le urne hanno portato «il pensionamento dei vecchi mestieranti, dei politicanti, e questo non ci fa dispiacere. E poi la bocciatura senza appello di tecnici lontani dalla realtà del Paese».  Adesso, annuncia il Cavaliere, «è mio preciso intendimento impegnare il Parlamento su una riforma delle Istituzioni per la governabilità del Paese». Non solo: «Farò di tutto per consentire all’Italia di cambiare rotta, si deve aprire la fase di alleggerimento fiscale che è l’unica via per ridare respiro alle famiglie, alle imprese e aumentare i consumi, per dare vigore a Italia. Per noi ogni discorso deve partire da qui. Una svolta nella politica economica è un punto irrinunciabile del governo del Paese». Berlusconi fa sapere che, se si ritornerà al voto entro l’anno, sarà di nuovo lui il candidato del centrodestra. Intanto prepara lo show per il tribunale: domani farà dichiarazioni nell’ambito del processo sui diritti Mediaset per proclamare la sua innocenza e la sua estraneità ai fatti contestati.

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