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Zanda contro Berlusconi: "Ineleggibile e mai senatore a vita"

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 19 maggio 2013

Luigi Zanda

3' di lettura

"In 67 anni di Repubblica non è mai stato nominato nessun senatore a vita che abbia condotto la propria vita come l'ha condotta Berlusconi. Non credo che debba aggiungere altro". Luigi Zanda, senatore Pd e già nel consiglio d'amministrazione e vicepresidente del Gruppo Espresso, chiude con queste parole ogni possibilità di appoggio da parte del Pd al riconoscimento dell'onorificenza per il Cavaliere. Non solo. Nell'intervista rilasciata ad Avvenire, il capogruppo democratico sostiene che "secondo la legge italiana Silvio Berlusconi, in quanto concessionario, non è eleggibile. Ed è ridicolo che l'ineleggibilità colpisca Confalonieri e non lui". Parole come musica per le orecchie del Movimento 5 Stelle, che dell'inellegibilità del Cav hanno fatto un cavallo di battaglia in campagna elettorale: "Siamo pronti a sostenere e votare nelle apposite sedi l'ineleggibilità del senatore Berlusconi, così come a contrastare politicamente la sua elezione a senatore a vita. La nomina di Berlusconi senatore a vita sarebbe un affronto al Paese e al rispetto delle leggi", chiarisce il capogruppo al Senato Vito Crimi.  Berlusconi: "Non reagiremo ai falli" - "Calci negli stinchi". Così Silvio Berlusconi, in tarda serata, ha definito le dichiarazioni di Zanda. "Anche oggi ci sono state dichiarazioni di esponenti della sinistra che mettono a rischio l'equilibrio della maggioranza ma noi ci battiamo, ci batteremo e resisteremo ai calci negli stinchi e saremo capaci di non rispondere". "Abbiamo chiaro - ha concluso il leader del Pdl - il sentimento dell'interesse del Paese che deve superare l'nteresse del partito".  Ira azzurra - Ma il già precario equilibrio della maggioranza delle larghe intese vacilla ancora. "Il gruppo del Pd dovrà decidere cosa fare, ma il Pd è nostro alleato e dovrà comportarsi di conseguenza. Se il Pd vota l'ineggibilità, è chiaro che andiamo tutti a casa", avverte Altero Matteoli, senatore Pdl e presidente della commissione Lavori pubblici a Palazzo Madama. Sono "mine sul terreno politico in cui agisce il governo Letta", ha tuonato Anna Maria Bernini, senatrice e portavoce vicario del Pdl. "Sulla ineleggibilità ai sensi di una legge del 1957 collegata alle concessioni - sostiene Bernini - il Presidente dei senatori del Pd non può ignorare che il Parlamento si e più volte pronunciato nel senso della non applicabilità del disposto (parere peraltro ampiamente confermato da insigni costituzionalisti): pertanto riproporre il tema significa solo inseguire con pervicacia e sudditanza di iniziativa politica il fanatismo grillino. Era una questione già anacronistica vent'anni fa, tanto più lo è oggi in un sistema radio-televisivo ma soprattutto di comunicazioni multimediali radicalmente mutato, aperto e non monopolistico". "Basta attacchi personali" - La Bernini ci va giù pesante anche sulla questione delle nomine dei senatori a vita. "Il Presidente Napolitano resta l'unico titolare del potere di designazione e qualsiasi interferenza rappresenta una lesione delle sue prerogative", puntualizza l'azzura aggiungendo: "Questa nuova offensiva a freddo del Presidente Zanda contro il leader del Pdl che garantisce la tenuta di un governo presieduto da un esponente del Pd, è sorprendente, provocatoria, inaccettabile. Nonostante i pesantissimi attacchi personali, Berlusconi e il Pdl stanno lealmente assicurando il loro appoggio all'esecutivo nell'interesse del Paese. Ci aspettiamo", conclude Bernini, "da chi ricopre ruoli fondamentali nella maggioranza meno esternazioni inspiegabilmente aggressive e piu responsabilità e sensibilità istituzionale". "Il flirt con i grillini è finito" - "Le affermazioni del senatore Zanda sono irricevibili. Del resto, Zanda aveva già espresso questo suo convincimento il 20 marzo scorso, dichiarando: sono pronto a votare l’ineleggibilità di Berlusconi. Ma erano altri tempi, quando il Pd flirtava con i grillini", afferma il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, che aggiunge: "Oggi c'è un governo di grande coalizione in cui Pd e Pdl sono alleati. Evidentemente Zanda vuol far cadere questo governo. Di certo è inaccettabile e irresponsabile che il capogruppo di un partito di coalizione pretenda l’ineleggibilità del leader del maggior partito alleato", conclude Brunetta.   

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