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Renzi: così voglio cambiare il Pd e l'Italia

Il sindaco: non attacco il governo, dico solo ciò che serve all'Italia. Ecco la sua ricetta
di Lucia Esposito domenica 20 ottobre 2013

Matteo Renzi visto da Benny

3' di lettura

Non vuole fare il "grillo parlante" del Pd, per questo non commenta la legge di stabilità lasciando il compito al segretario Guiglielmo Epifani. Preferisce parlare di quello che serve al governo, di quel cambiamento di cui ha bisogno il Paese. Adesso. In un'intervista al Corriere della Sera, Matteo Renzi parla a tutto campo. Del presente, del futuro dell'Italia e del suo futuro. "Credo che ci sia bisogno di una svolta radicale. Una rivoluzione capillare che non passa dalla legge di Stabilità, ma dalla riconsiderazione del sistema italiano. Lo sostengo da tempo. Ho un unico rammarico: non aver spiegato a sufficienza che la rottamazione non è solo il sacrosanto ricambio generazionale. Quello di cui l’Italia ha bisogno non è cambiare tutto, ma cambiare tutti. Ognuno nella sua testa dovrebbe cambiare un pezzettino. Anche l’establishment economico e finanziario, che ha colpe forse non più gravi di quelle dei politici, ma ha fatto perdere tempo e occasioni all’Italia". La soluzione della crisi, secondo Renzi passa attraverso la semplificazione: della burocrazia, del fisco, della giustizia. Renzi dà la sua ricetta, che è la stessa di cui aveva parlato durante la campagna per le primarie: "Avevo proposto un intervento sul cuneo fiscale da 21-22 miliardi, per cui un signore che guadagna 2 mila euro al mese se ne sarebbe ritrovati in busta paga cento in più". Renzi parla di un intervento sulle pensioni d'oro: "C’è chi prende 5 o 10 mila euro al mese. Sulla parte retributiva della sua pensione - che di fatto costituisce un regalo dello Stato - è legittimo chiedere un contributo. Per non parlare di alcune reversibilità. E dei tagli alla spesa pubblica, che vanno fatti, individuando i settori su cui intervenire. Oggi faccio un passo indietro. Quando toccherà a noi, le proposte le faremo in modo chiaro. Di queste cose parlerò in un incontro nelle prossime settimane a Milano». Sintetizza la sua politica economica così: "Tutto ciò che viene dalla dismissione del patrimonio pubblico va a ridurre il debito. Tutto ciò che viene dal recupero dell’evasione va a ridurre la pressione fiscale. Lo Stato non può intervenire con la logica degli ultimi anni. E ogni riferimento alla Telecom dei capitani coraggiosi e all’Alitalia è puramente voluto. Non possiamo continuare con un modello dirigista, con lo Stato che decide e la Cassa depositi e prestiti che fa da tappabuchi"   Il Papa - Renzi spiega la sua intenzione di costruire un partito nuovo. Spiega che si candida "non per concludere affari con i capitani coraggiosi, ma per stare in mezzo alla gente. A Civiltà Cattolica che gli chiedeva perché non sia entrato nell’appartamento papale, Francesco ha risposto proprio così: non perché sia troppo lussuoso, ma perché renderebbe più difficile il contatto con la gente". Poi un attacco a D'Alema che sostiene che lui, per non logorarsi, logorerà Letta. "È un giudizio sbagliato. D’Alema è una persona intelligente, ma questa sua qualità non lo mette al riparo da clamorosi errori di giudizio. Nel caso di D’Alema non è il primo, purtroppo per lui. Io ho 38 anni: posso aspettare. Il punto è che l’Italia non può aspettare. Compito di tutti noi che abbiamo responsabilità è dare una mano perché le cose si facciano. A Enrico do volentieri una mano». Quando il giornalista del Corriere gli chiede se si ricandiderà a sindaco lui risponde chiaramente: "Voglio mantenere la freschezza che mi viene dal girare in mezzo alla gente, senza lampeggiante, con la mia bici. La storia del doppio incarico è ridicola. Il segretario di un partito ha quasi sempre un altro incarico. Bersani era segretario e parlamentare, Epifani è segretario, parlamentare e presidente di commissione. Il segretario del Pdl è ministro dell’Interno, il leader di Sel è presidente di Regione. Martine Aubry era sindaco di Lilla e segretaria del Ps. E poi dipende da cosa deve fare un partito. Se si vuole un Pd tutto centrato su Roma, è logico che il segretario ci passi tutta la settimana. Se, come spero, porteremo alla guida amministratori locali, avremo un Pd molto più snello. Vorrei che il pastone del tg la sera non mi trovasse mentre salgo ed esco dalle stanze di partito, ma mentre inauguro una biblioteca, come ho appena fatto». Insomma, vuole stare in mezzo alla gente,Renzi. Non nel chiuso di un ufficio, esattamente come Papa Bergoglio che lui stesso cita nell'intervista. 

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