La Melandri al Maxxi lavora in un container

La presidente del museo d'arte contemporanea non ha una stanza nella struttura che dirige
di Ignazio Stagnodomenica 14 luglio 2013
Giovanna Melandri

Giovanna Melandri

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E Giovanna Melandri finì in un container. Sembra paradossale, ma la presidente del museo Maxxi di Roma, ha il suo ufficio di lamiera sul piazzale del palazzo delle esposizione. A raccontare la grotesca vicenda è il Fatto Quotidiano. Una serie di containers ospitano da parecchie settimane gli uffici della presidente e dei dirigenti. Motivo? Nella mega struttura realizzata dall'archietto Zaha Hadid non ci sarebbe una stanza adeguata per ospitare l'ufficio della Melandri. Così il colpo d'occhio è terribile. Va bene che l'arte contemporanea non segue schemi estetici rigidi, ma le casupole in stile terremotati proprio davanti all'ingresso del museo non sono proprio un bel vedere, soprattutto per i turisti. Soluzione momentanea? - Dall'ufficio stampa del museo fanno sapere che si tratta di una soluzione momentanea: "L'idea provvisoria - ci tengono a specificare dal suo staff - è venuta alla stessa Melandri, un modo per stare a contatto ogni giorno con il museo, gli artisti e i visitatori. Nel progetto iniziale gli uffici erano previsti nella palazzina D, antistante alla struttura museale, dove oggi troviamo al pian terreno il ristorante, il bookshop e la biblioteca finiti nel 2010. Nel momento in cui gli uffici saranno pronti, i container spariranno. I container sono accettati perché provvisori e temporanei, e comunque se un direttore di un giornale fa una scelta ben precisa, non tutti forse saranno d'accordo, ma si va avanti". Ma a quanto pare i containers oltre a fornire un'immagine precaria dello stesso museo, sono diventati una sorta di divieto per i giochi dei bambini. Brutta cartolina per i turisti - E i residenti, come raccontano al Fatto, non sono contenti della scelta della Melandri: "Il piazzale davanti al Maxxi era l'unica cosa che rendeva vivo il posto, con bambini felici e chiassosi che almeno lo vitalizzavano. Da quando ci sono i container la sorveglianza - affermano - non fa che riprendere bambini e genitori, dicendoci che non possono giocare o correre, perché disturbano il lavoro di chi sta nei container. Ma possibile - concludono - che con uno spazio così immenso, si sia potuta trovare solo una soluzione simile? Stentiamo a crederci". Facciamoci riconoscere - Insomma ora bisogna capire quando finiranno i lavori dentro il Maxxi per ristrutturare uno spazio dedicato agli uffici dei dirigenti. Conoscendo i tempi italiani, la Melandri potrebbe restare a lungo lì nel container. Intanto come sempre ci distinguiamo dal resto d'europa. Al Centre Pompidou di Parigi, o alla Tate Modern di Londra i dirigenti hanno un ufficio dentro la struttura senza container nel piazzale. Insomma anche questa volta riusciamo a vendere male l'unica risorsa inestimabile che abbiamo: la cultura. (I.S.)