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Franceschini: "L'Imu sarà abolita, ma non per tutti"

Il ministro Pd: "L'esenzione è priorità del Pdl, ma va regolata. Colpiremo di più le prime case di lusso, non le villette dei pensionati"
di Ignazio Stagno domenica 14 luglio 2013

2' di lettura

Dario Franceschini, alla fine, vuota il sacco e afferma: "L'Imu? Sarà abolita...ma non per tutti". In un'intervista a La Stampa, il ministro per i rapporti col parlamento non lascia spazio a dubbi: "Sappiamo che l'esenzione per la prima casa è una priorità per il Pdl, quindi si farà, ma in modo ragionevole. La sospensione del pagamento finora non ha riguardato le case di lusso: per esempio si può intervenire in tal senso, senza toccare in alcun modo le villette bifamiliari dei pensionati". E aggiunge: "Per l'Imu sulla seconda casa, bisogna immaginare un trattamento differenziato per le seconde, terze, quarte o quinte case. La logica deve portare ad una eliminazione dell'Imu prima casa dentro un disegno complessivo della fiscalità sugli immobili che coinvolga anche i comuni". Riformare l'Iva - Poi Franceschini parla anche di Iva, un'altra spina nel fianco per il governo: "Per l'Iva, il rinvio di un punto potrebbe essere accompagnato da un ridisegno in una logica di maggiore equità " perché "il paradosso della normativa mostra che i singoli prodotti nella fascia di Iva ridotta non rientrano in un disegno organico. Esempi: pasta al 4%, riso al 10%, frutta surgelata al 4%, verdura surgelata al 10%". Insomma Franceschini fa capire che il governo delle larghe intese sulle singole riforme fiscali andrà per la sua strada. Con Saccomanni - Ma avverte i "falchi" di Pd e Pdl che tifano per la caduta di Letta. Franceschini frena le tensioni schierandosi al fianco del ministro dell'economia, Fabrizio Saccomanni di cui, una parte del Pdl, ha chiesto le dimissioni:" Saccomanni è determinante per la credibilità europea e internazionale dell' Italia, fin qui ha fatto bene" e "le sue scelte non sono mai frutto di decisioni individuali, impegnano tutto il governo. Ma ormai è diventato - spiega Franceschini - una specie di sport nazionale attaccare il governo, sia dal nostro campo sia da destra". Chi sta con Letta si logora - Ma l'esecutivo, conclude Franceschini, "non cerca consenso, deve affrontare l'emergenza e fare le riforme, ed è probabile che chi è dentro questo governo - dal premier a noi ministri - alla fine di questo percorso ne esca personalmente logorato". Insomma, Franceschini pensa già alle urne. Per chi ha teso la mano a Letta e a Saccomanni, alle urne saranno dolori. Forti. (I.S.)

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