Pdl, il sondaggio: il partito di Berlusconi vale il 15%

Secondo Pagnoncelli gli azzurri guidati dal Cavaliere arrivano al 25%, senza di lui un tracollo. Quanti dubbi su Alfano...
di Giulio Bucchigiovedì 31 ottobre 2013
Silvio Berlusconi visto da Benny

Silvio Berlusconi visto da Benny

2' di lettura

E' sempre il Cavaliere il "fattore" del centrodestra. E berlusconiani e diversamente berlusconiani con questi dati dovranno fare i conti, almeno per i prossimi mesi: il "partito personale" di Silvio Berlusconi vale il 16 per cento. Il numero lo ha estratto Nando Pagnoncelli (Ipsos) dai suoi sondaggi, che vedono un Pdl-Forza Italia guidato dall'ex premier al 25%, "di cui il 65% è da considerare l'elettorato personale del Cavaliere". La riflessione la riporta Michele Brambilla su La Stampa, e quel che sta accadendo nel centrodestra la conferma in pieno. Non è un caso se dopo settimane di turbolenze, tensioni, strappi abbozzati e fratture annunciate Angelino Alfano, ministri e "governisti" azzurri siano rientrati alla base, seppellendo (per il momento) l'ascia di guerra. Com'è cambiato l'elettorato Pdl - Certo, ricorda Brambilla, è un Berlusconi elettoralmente in fase calante: dall'apice del 2009 (quando da premier raggiunse un indice di fiducia del 50%), passando per crisi economica e scandali personali e giudiziari, il bacino di aficionados del Cav si è considerevolmente ridotto. "La delusione per i cattivi risultati dell'economia è preponderante", sottolinea Pagnoncelli. Di fatto, nel giro di 4 anni il Pdl ha dimezzato i propri voti, prendendone 7,3 milioni e perdendone 6,3, soprattutto nel ceto produttivo e tra i giovani (dato comune al Pd), diminuendo anche il proprio consenso tra le donne. Resta uno zoccolo duro, decisamente popolare: secondo Ipsos, il 68% dell'elettorato azzurro ha la licenza elementare, media o nessun titolo di studio. Quanto vale Alfano? - Il guaio del Pdl è che senza Berlusconi non ci sono garanzie. Un anno fa un Pdl con il Cav fuori dalla politica valeva poco più del 12 per cento. E anche ipotizzando una scissione, l'ala dei "moderati" composta da Alfano, Quagliariello & Co. rischierebbe un magro bottino. Forse non l'8% rimediato a febbraio dal duo Monti-Casini, di sicuro non molto di più. Resta l'incognita dell'erede di Silvio. Se sarà la figlia Marina (lei ha smentito ancora), sarà una decisione solo del papà.