Contrordine, risparmiatori: per superare la burrasca finanziaria provocata dallo stop agli acquisti di titoli di stato da parte della Banca centrale americana (con conseguente ribassi nelle Borse europee), meglio buttarsi sulle azioni piuttosto che sulle obbligazioni. Come sottolinea il Corriere della Sera, infatti, il rendimento atteso tra titoli di stato e obbligazioni, dopo un lungo periodo di vacche grasse al 4%, non dovrebbe superare il 2-3 per cento. Puntare sulle scadenze brevi - Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi giovedì è tornato in alto, sfiorando quota 290. Saranno i differenziali delle aree a rischio (Italia e Spagna, su tutte) a subire una frenata ma la tendenza è generale. Se si vuole puntare sul sicuro, stando alla larga dalle bizze dei mercati, meglio allora comprare titoli di stato a scadenze più brevi. Borsa d'attacco - Mentre oggi, venerdì, 21 giugno, Piazza Affari e gli altri mercati europei hanno aperto in leggero rialzo (e così ha chiuso anche Tokyo), il giovedì nero delle Borse ha comunque detto una cosa importante: i titoli bancari, in attesa delle decisioni dell'Ecofin sul ripianamento delle perdite degli istituti di credito, sono andati in sofferenza. In ottica investimenti futuri, però, potrebbe ancora convenire rischiare qualcosa in più: meglio, dunque, affidarsi a titoli "d'attacco" come banche, materie prime, industria, e limitare nel portafoglio quelli "difensivi" come largo consumo e farmaceutici. Incognita valute - Resta invece la grande incognita della valuta: nonostante la decisione della Fed, il rapporto dollaro-euro è rimasto sostanzialmente in equilibrio (a 1,30), mentre lo yen giapponese è calato più per ragioni interne che esterne. Altro dato importante: il franco svizzero è stabile a 1,20 euro. Se non interviene la Bce di Mario Draghi, il fronte valutario non dovrebbe subire scossoni.