Silvio Berlusconi
"Che fai, ci cacci?". Così, su Libero, abbiamo sintetizzato il pensiero di Silvio Berlusconi, che ieri, lunedì 17 giugno, ha sfidato l'Europa: "Non ci butteranno fuori dall'euro. Ora basta, le politiche di austerità ci hanno ridotto nella condizione in cui stiamo. Enrico Letta deve sforare i patti", aveva dichiarato, intimando al premier di far sentire la sua voce in sede continentale. A distanza di poche ore il Cav torna sulle sue considerazioni, e in una nota spiega: "Si sta cercando di farmi apparire come un nemico dell’euro e dell’Europa. Niente di più falso. Vorrei che chi mi critica leggesse quanto scrive stamani su Le Monde l’economista liberal e premio nobel Paul Krugman - continua citandolo -: Finchè i dirigenti politici non avranno da offrire ai cittadini altro che sacrifici e disoccupazione, i discorsi saranno vana emissione di fiato". Spirito distruttivo - Berlusconi spiega che non è tanto la moneta unica o l'Europa il suo bersaglio, ma piuttosto "questa" Europa, dove " sento Wolfgang Schauble, ministro delle Finanze tedesco, allarmarsi per i pericoli di una politica monetaria troppo espansionista della Banca centrale europea. Io dico: Oh mio Dio! Perché - sottolinea il leader del Pdl - la Bce è la sola istituzione che resta all’Europa per nutrire e sostenere la crescita. E’ questo spirito che può distruggere l’Europa", lo spirito che anima i pasdaran dell'austerità, i fanatici della recessione. Berlusconi aggiunge: "Spingo affinché l'Unione europea si spinga finalmente sulla strada del rilancio produttivo e della creazione di nuovi posti di lavoro. In questo senso - ha concluso -, il mio appello deve essere inteso come un incitamento e un incoraggiamento all'attività di quel governo che stiamo sostenendo con assoluta lealtà".