Dimissioni, i cinque parlamentari Pdl che non hanno firmato

Tra gli azzurri dissidenti Quagliariello: "Finché sono ministro non lascio", seguono Giovanardi e la pattuglia dei siciliani
di Lucia Espositodomenica 29 settembre 2013
Gaetano Quagliariello

Gaetano Quagliariello

2' di lettura

Sillvio Berlusconi è determinato ad   andare fino in fondo contro il voto sulla sua decadenza da senatore.   Ma ancora, non ha detto una parola definitiva sul sostegno o meno  al governo Letta. E questo, raccontano, avrebbe aumentato le   fibrillazioni nel Pdl che tutt'ora , nonostante le "dimissioni di   massa" annunciate, appare diviso sul da farsi. Non tutti infatti hanno  firmato la lettera per rassegnare il proprio mandato parlamentare. Tra  questi spiccano i nomi del senatore Carlo Giovanardi e degli esponenti  siciliani Giuseppe Castiglione e Salvatore Torrisi. Mancano   all’appello anche il senatore Pippo Pagano e il ministro delle Riforme  Gaetano Quagliariello. Il Pdl insomma perde i primi pezzi, si tempe che il Letta bis possa nascere anche senza l'appoggio del Pdl, un esecutivo sostenuto da Pd-Scelata Civica-autonomie con il supporto dei quattro nuovi senatori a vita e dei dissidenti del M5S potrebbe contare su 105 voti.  Le motivazioni - Sono quindi cinque i parlamentari che non hanno firmato le dimissioni. Giovanardi ha argomentato così la sua scelta: "Non firmo e non firmerò le dimissioni -dice Giovanardi-   perché ritengo non siano la modalità giusta per costringere le forze  politiche ad assumersi le responsabilità nei confronti del paese,   soprattutto in vista della prossima imminente campagna elettorale". Mentre  Castiglione, "rassegnare ora le dimissioni creerebbe un vulnus   istituzionale che sarà difficile da sanare”. La supercolomba Gaetano Quagliariello ha ribadito che non ha nessuna intenzione di firmare la lettera, almeno fino a quando sarà ministro. Ha spiegato che è il giuramento sulla Costituzione ad impedirglielo. Un passo simile sarebbe per lui concepibile solo dopo le dimissioni del governo. Per quanto riguarda la fiducia all'esecutivo, dipenderà dall'atteggiamento che avrà il Pdl da cui comunque il  Quagliariello non ha nessuna intensione di uscire. Quando Letta non avrà più il sostegno lui si dimetterà, ma solo allora.  Il dissenso - Ma il dissenso rispetto alla linea ufficiale del partito è in realtà molto più ampio. Paolo Naccarato, eletto nelle liste della Lega e appartenente al gruppo Grandi autonomie e Libertà, avverte: Mercoledì, quando si passerà sotto i banchi della Presidenza per votare la fiducia, Berlusconi avrà soprese e delusioni. "Nel Pdl c'è un disagio diffuso, un’inquietudine strisciante. Se Berlusconi dovesse tirare la corda avrà sorprese e delusioni". Naccarato ragiona così sulla partita aperta dalle dimissioni annunciate dai parlamentari Pdl.   Del resto, rileva il parlamentare, che fu strettissimo collaboratore di Francesco Cossiga, "il Presidente Napolitano sta cercando di tenere la barra dritta di un Paese che sta andando allo sbando. Sa bene cosa fare, rispetta la Costituzione e le legge. Chi lo attacca sbaglia". E Naccarato si dice "convinto che questo Presidente della Repubblica non è pregiudizialmente ostile a Berlusconi".